Una volta c’erano le lettere di dimissioni firmate in anticipo su richiesta del datore di lavoro, tanto per avere la certezza di poterti mettere alla porta senza problemi all’annuncio di una maternità. Sembra passato, ma non è. Succede che una pallavolista, Lara Lugli, resti incinta e che la sua società dopo aver rescisso il contratto, rifiuti di pagare l’ultima mensilità e chieda addirittura i danni. Perché Lara è brava e senza di lei il Volley Pordenone ha visto sparire punti e sponsor. Lara quel bambino lo ha perso, ma viene citata per “aver taciuto al momento della trattativa contrattuale la sua intenzione di avere dei figli”. L’8 marzo è una data che non compare sul calendario di tante parti di questo Paese.
Redazione
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