“Facciamo pace”, il contrario di guerra è la giustizia: con Strisciarossa il libro di Susanna Camusso

Il contrario della guerra? È la giustizia sociale. Perché è la mancanza di una equa redistribuzione delle ricchezza, ovvero l’imporsi delle ferree leggi del mercato e l’affermarsi del liberismo come modello unico globale, a determinare i tanti conflitti che poi sfociano nella guerra, nelle guerre. Perché oltre a quelle combattute ieri con le baionette e oggi con i droni, dobbiamo fare i conti con le guerre per l’acqua, il cibo, l’energia, con i cambiamenti climatici, piuttosto che con l’aumento delle diseguaglianze e le violenze contro i poveri, i deboli, le minoranze, con un occhio particolare alla guerra di genere, quella degli uomini sul corpo delle donne.

“Facciamo pace”: genesi di un libro

Ragionare su questo insieme di connessioni, osservando con dolore il ritrarsi della politica, la crisi dei sistemi democratici, il venir meno delle grandi aspirazioni che hanno segnato l’Europa quanto il resto del mondo dopo il secondo conflitto mondiale ci ha portato a raccogliere in un libro le considerazioni di Susanna Camusso, oggi senatrice della Repubblica ma con un importante e stimolante percorso nella Cgil di cui è stata la prima donna a ricoprire l’incarico di segretaria generale. Così, partendo dalla sua disponibilità, dal suo interesse a misurarsi su queste tematiche e condividendo con noi questo approccio è nato Facciamo Pace, il volume che Strisciarossa ha scelto di editare e portare nelle librerie italiane in questa primavera dai contorni tutt’altro che sereni.

Si tratta, fatta salva la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina e il convinto sostegno alla resistenza di quel popolo a difesa del suo territorio, di oltrepassare il dibattito “armi sì/armi no” per misurarsi su come funziona (male) il mondo e cosa c’è dietro quella che Papa Bergoglio chiama “la Terza guerra mondiale a pezzi”. Perché, mentre è in corso l’atroce conflitto russo-ucraino con i suoi quasi duecentocinquantamila morti tra soldati e civili, con tutte le distruzioni e le atrocità che conosciamo, le organizzazioni umanitarie e pacifiste ci raccontano di altri centocinquanta conflitti e aree di crisi in cui si spara, si uccide, si muore. Ma si combatte e si muore anche per mancanza di acqua (o per il suo controllo), di fame e di sete, di povertà, di mancato accesso alle cure o all’istruzione, di restrizione delle libertà individuali o di intere comunità (Iran e curdi su tutti).

Così, senza i principi di partecipazione, conoscenza e regolazione dei grandi cambiamenti in corso, da quelli climatici passando per le energie e la tecnologia, il modello liberista sopravvive a se stesso determinando nuovi squilibri e sempre maggiori disparità alla base di tanti conflitti e molte guerre.
Il libro passa in esame i diversi aspetti che portano a mettere in discussione la pace (tra gli uomini e tra questi e la natura) cercando di rendere evidenti i danni già prodotti e quelli che andrebbero evitati. Partendo dalla considerazione che a pagare sono sempre i soggetti deboli. Tra giovani e vecchi, tra ricchi e poveri, tra bianchi e neri, per non parlare della volontà di dominio del genere maschile sulle donne, chi detiene le leve del comando non ci rinuncia, costi quel che costi.

Pacifismo, disarmo, non violenza

Tutto ciò che è alternativo alla vincente logica del mercato, tutto quel che ci rimanda ai valori universali dei diritti e della dignità delle persone deve fare i conti con un sistema che anche attraverso la guerra, le guerre, intende perpetuare il suo potere. Così sono venuti perdendo di autorità ed autorevolezza i grandi consessi internazionali (l’Onu e le sue Agende in primis), e mentre deperivano i principi di multipolarismo e interdipendenza, sono andati affermandosi sistemi nazionalisti, sovranisti e fascitoidi, regimi teocratici e autocratici in un inedito atlante segnato da nuovi imperialismi economici e militari.

Anche l’Europa si trova a misurarsi con questo orizzonte. Non solo perché oggi i combattimenti più crudeli si svolgono nel cuore del Vecchio continente, ma questa guerra richiama il tema, meglio l’abbandono della pace costruita sul compromesso tra capitale e lavoro alla base del secondo dopoguerra, che pure ha assicurato ai cittadini europei un lungo periodo di pace e libertà. Ora che si rifà viva la minaccia nucleare ci si accorge quanto pesi un ruolo dell’Europa non all’altezza della sfida, ridotta a giocare la partita non da protagonista nello scacchiere mondiale ma nello stretto ambito delle alleanze, economiche ma soprattutto militari, già date, immutabili e foriere di ulteriori sconquassi.

Torniamo al richiamo iniziale della giustizia sociale: è l’altra faccia del nostro pacifismo. Disarmo, non violenza, dialogo. Costruire la pace vuole dire coniugare questi principi con il rinnovare la politica e affermare il valore del pubblico e dei beni comuni. Dire No al potere, quello delle armi come quello della finanza, significa mettere al centro i soggetti, i valori, gli orizzonti della democrazia e della libertà, individuale e collettiva. Se la guerra fa i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, il pacifismo, quanto il femminismo, danno senso compiuto alla società della cura. Più welfare e meno profitti, più politica e meno mercato, più democrazia e meno diseguaglianze. Un punto di vista sul modello di produzione e di consumo radicalmente alternativo perché radicali devono essere le risposte necessarie a contrastare i guasti prodotti e indicare le soluzioni possibili.

Con un richiamo alle responsabilità di tutti. Abbiamo tante volte detto, scritto, letto che per un mondo più equo serve l’impegno di ognuno, che il popolo, la gente ha il potere di cambiare le cose. Sappiamo che molti non ci credono più. Ci auguriamo che le considerazioni riportate in questo libro, intrecciando denuncia e speranza, possano costituire un contributo alla discussione e sviluppare nuova consapevolezza. Sulla guerra come sulla pace.

 

Il libro sarà disponibile da giovedì 9 marzo e può essere già da ora prenotato presso Strisciarossa utilizzando il bonifico bancario o PayPal.

Verrà inviato senza spese di spedizione all’indirizzo indicato con il piego di libri di Poste Italiane (non tracciato) che, statisticamente, ha tempi di consegna di 4-5 giorni lavorativi.

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indica il tuo nome cognome indirizzo e allega copia del bonifico di 15 euro con causale “donazione libro Facciamo pace” all’IBAN IT54 N030 6909 6061 0000 0190 716 Intesa Sanpaolo Filiale Terzo Settore, Intestato a “Strisciarossa APS”.

Intorno a metà marzo il libro sarà in vendita in numerose librerie (in seguito pubblicheremo l’elenco) e lo si potrà trovare in tutti i principali store on line.

 

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