Vaccini, green pass
e la filosofia tradita
dai filosofi
Si può tradire la Filosofia? Certo, ed è successo molte volte. Si tradisce la Filosofia quando la si riduce a “ideologia”, intesa come “falsa coscienza”, quando si separano le idee dalla realtà per farla rientrare nel proprio schema concettuale. E’ quello che sta succedendo con la pandemia, che ha annegato la ricerca critica della verità in un mare di fake news, bufale e bugie, alimentate nell’universo dei social media. Non si tratta solo di “terrapiattisti”, ma anche di intellettuali e filosofi che offrono un sostegno “culturale” a chi si oppone a vaccini e “green pass”.
Sembra quasi sentire il fremito di questa “piccola comunità” di intellettuali “ribelli” al potere costituito, che si sentono “eretici” in mondo – per fortuna – senza roghi, che prefigurano la fine dello stato moderno con l’arrivo del “controllo universale, con i suoi salvati e i suoi sommersi”, citando in modo blasfemo le parole di Primo Levi.
Si considerano partigiani della libertà contro “Il Grande fratello”, quello di Orwell, non quello vip di Alfonso Signorini, ma si infilano in una spirale che arriva a dire che “già Hermann Göring aveva messo in pratica il concetto di emergenza per l’incendio del Reichstag”. Parole, storia, concetti si affollano e si confondono con una deformazione imbarazzante, arrivando a conclusioni tautologiche e rovesciando – in questo, davvero, come suggeriva Orwell – il senso delle parole e della realtà con la loro “falsa coscienza”, giustificando chi si è travestito da deportato nei campi di stermino e che ha suscitato l’indignata amarezza di Liliana Segre, che ad Auschwitz fu deportata davvero.
Accademici prestigiosi, come Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, Ugo Mattei, per non parlare del sempre immaginifico Carlo Freccero, si sono ritrovati con il portuale triestino Stefano Puzzer per difenderci – come ha scritto Piero Stanig, politologo dell’Università Bocconi – da “una politica senza idee ci ha privati delle libertà senza proteggerci”.
I numeri della scienza
Filosofi ed intellettuali abituati a non essere contraddetti che nuotano sicuri nel mare delle proprie opinioni, dimenticando che alla Filosofia, da secoli, si è affiancata la Scienza, che ha imparato ad interpretare “questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto” . La lingua è la matematica, senza la quale ci si aggira in “oscuro labirinto” (Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Galileo Galilei, 1632).
Ecco, allora, che i nostri filosofi trascurano o ignorano numeri e statistiche, che dimostrano un tasso di mortalità tra i non vaccinati di 28 volte superiore rispetto ai vaccinati. Dati certi, misurati, “epistème” (conoscenza scientifica) e non “doxa” (opinione). La Filosofia – che andrebbe studiata in tutte le scuole – non tradisce, ma qualche volta lo fanno i filosofi e gli intellettuali, quasi sempre per inseguire la loro vanità mediatica.
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