Fuggivo e sentivo i colpi di arma da fuoco e il tonfo delle persone che crollavano a terra, e quando sono stata vicino al lago ho deciso che se dovevo morire preferivo affogare. Così mi sono tuffata e ho nuotato finché all’improvviso ho visto una barca. Poi mi hanno portato in un hotel dove radunavano i sopravvissuti… Dobbiamo ricordarci di chi è morto e sapere perché è morto. Penso che alcuni norvegesi non vogliano ricordare perché è difficile ammettere che Brevik è uno di noi e che qualcosa di orribile può accadere anche nel nostro Paese.
Kamzi Gunaratnam
vicesindaco di Oslo, sopravvissuta alla strage di Utoya il 22 luglio 2011
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