Una lunga camminata
per strade sconosciute
Sylvain Tesson
Sentieri neri
Sellerio editore
Traduzione di Roberta Ferrara
152 pagine – 15,00 euro
Dopo aver attraversato l’infinito mondo, rischiando tutto e rischiando per nulla, vivendo il pericolo come una forma di naturale vitalità, Sylvain Tesson si ritrova alle prese con la Francia, con una lunga camminata attraverso le vie nere e sconosciute di un territorio fino ad oggi da lui mai esplorato.
Il motivo di questa scelta risiede nell’ultima follia che avrebbe potuto essergli fatale, un volo in stato di ebrezza da un tetto di Parigi che lo ha costretto in un letto d’ospedale tra la vita e la morte e poi tra la probabile paralisi e invece l’insperata mobilità quasi del tutto recuperata nonostante i postumi evidenti di una paresi che in faccia lascia tutti i segni visibili di uno schianto terribile.
Un ritorno alle origini dunque, un intreccio che vede affiancarsi – al lungo cammino a piedi dal sud della Francia fino al mare a nord, da agosto a novembre – il ricordo della madre appena scomparsa, il rapporto con gli amici e la sorella e infine lo stare in un tempo estraneo. Permanere in un luogo quello della condivisione cittadina, quello dello spazio della continua connessione invivibile e disumano. Una fuga dunque, ma anche molto di più, un modo per esorcizzare i fantasmi di un passato irrecuperabile, anche per lo stesso Tesson, e al tempo stesso per riappropriarsi di un movimento quello del camminare che diviene anche quello del pensare. Una vera e propria riabilitazione culturale che permette all’autore di riprendere la giusta distanza dalla stupidità del contemporaneo.
Sylvain Tesson è un autore aspro, il suo incedere non è per digressioni o aneddoti, ma per sentenze o intuizioni improvvise che evitano però accuratamente la pillola di saggezza o il consiglio sapiente. Tesson non è un profeta e nemmeno un saggio, anzi si gioca tutto in una camminata sotto la pioggia come in una riga di parole Probabilmente è il più interessante scrittore di viaggio contemporaneo, di certo Sentieri neri ha la qualità di scoprire l’ignoto nel cuore di una terra che si presume erroneamente fin troppo nota e soprattutto sa coglierne l’avventura. Tesson smonta il contemporaneo come solo un viaggiatore romantico può fare.
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