Una colletta e la Alan Kurdi diventa italiana:
la nave torna in mare

La nave c’è. È la già nota Alan Kurdi che ora prende il nome di “ResQ People saving people”. Il nuovo armatore sarà l’omonima onlus italiana di cui è presidente onorario l’ex magistrato di Milano Gherardo Colombo. La ormai ex Alan Kurdi, dissequestrata all’inizio di aprile dal Tar della Sardegna dopo sette mesi di fermo nel porto di Olbia, è stata acquistata con un crowdfunding. La colletta ha consentito di incamerare 400 mila euro grazie ad una miriade di piccoli donatori. La nave attualmente si trova in un cantiere spagnolo dove, oltre ad avere cambiato livrea, è stata sottoposta ai lavori di riparazioni che ne avevano decretato il fermo. Da lì il 29 luglio mollerà gli ormeggi per riprendere le missioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale.

Gherardo Colombo

Equipaggio di sette diversi paesi

Le caratteristiche sono quelle note: l’imbarcazione misura 39 metri metri ed è stata varata nel 1951 nella Germania dell’Est. Da sempre batte bandiera tedesca e così sarà anche nella nuova fase. A bordo, oltre all’equipaggio, imbarcherà anche un medico e un’infermiera, quattro soccorritori, due mediatori culturali, un logista per l’assistenza ai naufraghi. Il personale proviene da sette nazioni diverse e comprende professionisti e volontari specializzati.

Nei giorni scorsi, Luciano Scalettari, presidente di ResQ, Corrado Mandreoli, vicepresidente, Michela Sfondrini, socia, hanno compiuto un viaggio di terra fermandosi a Napoli, Salerno, Palmi, Reggio Calabria. Qui hanno presentato il progetto, raccolto altre adesioni, incontrato le istituzioni, ottenendo anche la disponibilità dell’attracco nel porto di Napoli.

Nell’incontro tenutosi a Palmi, alla presenza del sindaco Giuseppe Ranuccio e dell’attivista Enzo Infantino, i tre di ResQ hanno raccontato la genesi del progetto, da quando Gherardo Colombo, un anno fa lo lanciò, con la promessa “andremo a salvare gente in mezzo al mare”.

La nave Resq people

Obiettivo: salvare vite in mare

“Il nostro primo obiettivo è salvare persone, il secondo è quello di raccontare verità, smascherare le menzogne, dare una diversa narrazione del fenomeno migratorio”, ha affermato Scalettari.
“Sembrava irrealizzabile: cittadini normali che potessero acquistare una nave – ha detto Mandreoli –. Eppure siamo riusciti a superare la solitudine e lo sgomento mettendoci insieme, sognando lo stesso sogno. La nave è la riaffermazione dei principi sanciti dalla nostra Costituzione, la quale, a ben vedere, fu scritta anche da esuli e da perseguitati”. Ancor oggi, infatti, spesso non si soccorre chi lancia allarmi in mare: “Occorrono equipaggi di mare, ma anche equipaggi di terra. – ha sostenuto Sfondrini –. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per raccogliere adesioni, sensibilizzare, riprendere a parlare col vicino, perché, sì, è importante sostenere il progetto, ma anche cambiare il senso delle cose attorno a noi. Se siamo in tanti, la politica può modificare la sua direzione”.

A Palmi i rappresentanti di ResQ People saving people hanno presentato il progetto con un “testimonial” molto particolare di nome Masum, un ragazzo curdo siriano fuggito dalla patria in guerra, ora ricollocato con la famiglia in Germania. Masum era ancora piccolo quando si lasciò alle spalle il suo villaggio polveroso; con la mamma e le sorelline, attraversò a piedi, sulla neve, i valichi tra l’Iraq e la Turchia. Qui si imbarcò e giunse anche lui a Idomeni. Nell’inferno del campo profughi sorto nei pressi di questo piccolo villaggio rurale a nord di Salonicco, al confine con la Macedonia, ebbe però la fortuna di incontrare dei volontari italiani, tra cui il palmese Enzo Infantino. Da allora Masum non è stato mai più lasciato solo e, grazie alla buona volontà dei suoi amici italiani, oggi può guardare al futuro con ottimismo.