Una centrale geotermica in Val d’Orcia?
Fermiamola, qui l’energia è la bellezza
Agli esperti di Sorgenia l’idea deve essere sembrata geniale: costruire una bella centrale geotermica, a ciclo binario e a media entalpia, che possa godere di una vista incantevole. Tubi, ventilatori e ciminiere, ai confini del celebrato paesaggio della Val d’Orcia, per dare energia ai viandanti e ai pellegrini che proprio lì passano percorrendo la via Francigena.
L’idea, innovativa in quanto sperimentale in Italia, non è invece piaciuta per niente ai cittadini di questa area a sud di Siena che – da un’idea dell’associazione culturale Pyramid di Radicofani, supportata da Opera Val d’Orcia – hanno costituito un comitato di resistenza e lotta contro la centrale. Il gruppo di lavoro, denominato Ecosistema Val d’Orcia, al termine di una serie di incontri, a San Quirico, ha presentato ufficialmente un atto dichiarativo in cui viene chiesta l’adozione di una legge speciale regionale che tuteli i siti Unesco rispetto “al rischio di realizzazione di impianti fortemente impattanti”.
Il Parco, la storia e le ciminiere
Benvenuti in Val d’Orcia, così c’è scritto nel cartello all’entrata del territorio di Radicofani, superata la valle del Paglia. Benvenuti nel Parco Artistico Naturale della Val d’Orcia, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, uno dei luoghi più amati, celebrati e fotografati del mondo, con i suoi borghi magnifici, i paesaggi incontaminati lavorati dai contadini e dai vignaioli. Un luogo di storia, di natura, di ospitalità.
In questo ecosistema che vive di agricoltura d’eccellenza, di vigne e vini, di turismo e di camminatori sulla Francigena, la Sorgenia (il cui nome non è nuovo dalle parti del senese) ha ipotizzato le sue attività di trivellazioni, occupando una cinquantina di ettari, l’equivalente di una decina di campi da calcio, sulla Cassia. Il progetto è stato presentato il 13 novembre alla Regione Toscana (che ha una certa passione per le rinnovabili di tipo geotermico, vista la presenza di altre centrali fumose e oscene sull’Amiata, la “montagna madre”, sacra per gli etruschi, fondamentale per l’ecosistema della parte sud della Toscana).
L’antica Voltole
Cinque, forse sette pozzi di 1900 metri per captare dal sottosuolo il calore, e una decina di pozzi per reimmettere i fluidi estratti. Citando Ecosistema Val d’Orcia: “…a fianco del fiume Paglia e a pochi chilometri dai bacini idrotermali di Bagni San Filippo, Bagno Vignoni e San Casciano dei Bagni. Inoltre Voltole, dove dovrebbe essere ubicato l’insediamento geotermico industriale, è uno dei luoghi di maggiore interesse storico archeologico dell’area della via Francigena nel sud del senese.
Infatti l’attuale Voltole (toponimo già fortemente indicativo della presenza della strada), come attesta la cospicua letteratura in proposito, è una delle 80 submansiones citate dall’Arcivescovo di Canterbury Sigerico nel 994 nel suo viaggio di ritorno da Roma, la decima, quella denominata Sce Petir in Pail. Il sito negli anni, anche se non indagato in modo sistematico, ha permesso il rinvenimento oltreché di permanenze alto medievali, anche di manufatti che lo identificano come un sicuro insediamento romano”.
Negli incontri sono emerse come sbigottimento le domande: come è possibile continuare a minare l’ecosistema dell’Amiata in modo così scellerato? Come è possibile non capire le ricadute negative sull’intera Val d’Orcia vive grazie alla sua bellezza? Quindi con voce comune è emersa la necessità – sempre citando il comunicato – “di opporsi a forme di alterazione sostanziale degli obiettivi e degli elementi valoriali che vedono oggi la Val d’Orcia quale esempio in Italia di tutela del territorio, cura del paesaggio, sostegno ad eccellenze agro alimentari e all’agricoltura sostenibile e di qualità”.
I dati tecnici, il Fai, Italia Nostra e No Gesi
Nell’ultima riunione nel teatrino di Palazzo Chigi l’ingegnere Carlo Balducci, utilizzando esclusivamente dati forniti dalle istituzioni, ha dimostrato – in modo convincente – che le centrali geotermiche previste hanno un costo per la collettività altissimo in termini di inquinamento, di rischi per la falda idrica, per i rischi dovuti a una prevedibile sismicità indotta da questo genere di operazioni sul sottosuolo. Ma producono utili altissimi per chi le realizza. Questo il punto sottolineato anche da Velio Arezzini portavoce di No GeSI (No alla geotermia speculativa e inquinante): investendo per la centrale di Voltole poco più di cento milioni, solo di incentivi in 25 anni la Sorgenia ne incasserebbe il quadruplo. Bell’affare eh?
A nessuno piace l’idea che la Val d’Orcia possa subire le ricadute di scelte miopi che sembrano più votate all’interesse privato che al bene comune. E neanche che l’Amiata possa continuare a essere luogo di devastazione ambientale, discariche e centrali al posto dei boschi. Però, la geotermia è un’energia rinnovabile incentivata dallo Stato e cara alla Regione Toscana, quindi qualche contraddizione potrebbe evidenziarsi. I sindaci della Val d’Orcia hanno assicurato impegno e studio e una posizione comune. Ma i tempi sono stretti ed è auspicabile un punto d’incontro per un documento comune, per far vedere che almeno i comuni che ricadono nel sito Unesco possano parlare con la stessa lingua sugli argomenti fondamentali per il futuro di queste comunità.
Parla Benedetta Origo
Come ha detto Benedetta Origo – la figlia di Iris Origo così tanto amata da queste parti – la nostra terra vive del suo lavoro, della bellezza costruita dalle mani di chi la ama, ha una rilevanza internazionale ed è celebrata proprio per questo suo punto di equilibrio ambientale, paesaggistico, storico che dà futuro. Per questo è necessario che intervengano in sua difesa non solo i cittadini che la vivono, non solo le attività economiche e le amministrazioni, ma anche le istituzioni nazionale e internazionali.
Già Fai e Italia Nostra, per esempio, si sono schierate e attivate. Contatti sono stati presi col Mibact.
La questione è troppo importante perché sia relegata ai pochi giorni in cui Unione dei Comuni Amiata-Valdorcia, Soprintendenza, associazioni e cittadini possano presentare le proprie osservazioni e opposizioni motivate al progetto di Sorgenia.
“La politica ci tuteli”
Come è emerso dall’importanza delle questioni in campo, dai tanti dubbi, dalle domande dei cittadini, è necessaria una riflessione più approfondita. E serve la politica, perché solo la politica potrebbe garantire quell’equilibrio tra i diversi interessi in campo. La richiesta che viene dalle piazze, dalle associazioni, dall’attivismo è proprio questo: che la politica torni a garantire tutta la comunità e non solo la parte economicamente più forte.
Dall’incontro è emerso che sarebbero necessari tempi più lunghi per capire e agire per rettificare eventuali errori; e una moratoria sulla geotermia da parte della Regione – che spinge per fare un parco di centrali tra Amiata, Val d’Orcia e Monte Cetona – sarebbe la cosa migliore.
La nostra energia è la bellezza
La geotermia ci prosciugherà, temono i cittadini. Nel vero senso della parola. Prosciugherà le fonti dell’Amiata (e già lo sta facendo), dissesterà il territorio e potrebbero sparire le fonti che danno da vivere al sistema termale, toglierà risorse idriche all’agricoltura, quindi al paesaggio rurale che tanto impatto ha sul turismo. Quindi prosciugherà le tasche del territorio.
Per un Parco Artistico e Naturalistico la prospettiva non è delle migliori. Per questo lo slogan scelto è stato: la nostra energia è la bellezza. Dice tutto.
Ps
Per approfondimenti tecnici inseriamo una serie di link ad hoc.
Geotermia in Val d’Orcia: No alla centrale di Voltole
No Gesi: rete nazionale no geotermia elettrica
Dal sito di Sorgenia
Geotermia su Wikipedia
Geotermia sul sito della Regione Toscana
Stato di salute residenti nelle aree geotermiche in Toscana
Articolo dall’Islanda
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