Caritas: un milione
di giovani poveri

I marciapiedi della fame dei Centri di ascolto Caritas non sono mai sgombri. La povertà, anzi, non ha più solo il volto di una persona anziana, pensionata o quello di un senzatetto. A bussare alla porta della Caritas italiana, chiedendo un pasto caldo o un cappotto, sono sempre di più i giovani – gli under 34 per l’esattezza – insieme a tante famiglie con figli piccoli e adolescenti al seguito.

Dati preoccupanti, parecchio allarmanti. E monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, presentando il rapporto Caritas 2017 «Futuro anteriore» su povertà giovanile ed esclusione sociale, punta il dito contro la politica: “È sbagliato identificare i poveri soltanto con i clochard o con l’immigrato che sbarca sulle nostre coste. Allarghiamo lo sguardo, occorre farlo con urgenza – ha esortato -. Allarghiamo lo sguardo alle tante persone prive di dignità. C’è una povertà straordinaria e straordinariamente negativa: c’è bisogno di aprire il nostro cuore alla povertà dei nostri giovani, una povertà ancora più grossa questa, visto che non può progettare il proprio futuro e crearsi delle alternative a una vita di dipendenza».

E non finisce qui. Galantino sottolinea che “l’Italia è dietro a molti Paesi europei nelle classifiche sulla crescita economica”, la nostra situazione insomma “non è di quelle buone. Il nostro paese non è in alto nella classifica per aver superato il problema della povertà e il futuro di molti nostri giovani – ha concluso Galantino – non è serenamente proiettato verso l’avvenire. I dati del nostro rapporto (qui il link)  ci dicono che i figli stanno peggio dei genitori e i nipoti peggio dei nonni. Oggi chi soffre di più sono i giovani tra i 20 e i 30 anni – spiega -. È un’epoca in salita, di grande difficoltà: le case sono impossibili da trovare, la pensione forse non verrà mai percepita».
Povertà giovanili ed esclusione sociale
Nella fascia di età 18-34 anni è povero 1 su 10. Il rischio povertà ed esclusione sociale tocca il 37% dei giovani italiani. Una situazione questa che è andata peggiorando negli ultimi dieci anni. Il numero complessivo dei poveri è infatti aumentato del 165,2% in un decennio: nel 2016 le persone in grave povertà erano 4 milioni e 742mila. E ancora: capifamiglia under 34 sempre più poveri, tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, ascensore sociale bloccato e record di Neet. In Italia la povertà tende a crescere al diminuire dell’età: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni.


In Italia vivono in uno stato di povertà assoluta 2 milioni e 309 mila giovani e minori (0-34 anni), che corrispondono quasi alla metà di tutti i poveri della nazione (il 48,7%). Da qualche anno la povertà nel nostro Paese risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce cioè all’aumentare di quest’ultima, decretando minori e giovani-adulti come i più svantaggiati. Dagli anni pre-crisi (2007) ad oggi la percentuale di poveri assoluti nella fascia 18-34 è più che quintuplicata; tra gli over 65, al contrario, è calata di quasi un punto percentuale (dato Istat, 2016, rapporto annuale). E non finisce qui. Ancora più allarmante risulta poi la situazione dei minori con 1 milione 292 mila in povertà assoluta (il 12,5% del totale). Al contrario, diminuiscono i poveri tra gli over 65 (da 4,8% a 3,9%). Nell’ultimo ventennio, ribadisce la Caritas – il divario di ricchezza tra giovani e anziani si è ampliato: la ricchezza medie delle famiglie con capofamiglia di 18-34 anni è meno della metà di quella del 1995, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno di 65 anni è aumentata di circa il 60%.
Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, è preoccupato: «Il confronto tra i diversi paesi dell’Unione Europea penalizza fortemente l’Italia». E prima di distribuire una copia del rapporto, conclude: «Siamo il terzo paese dell’Unione ad aver incrementato il numero di giovani in difficoltà». Dal 2010 al 2015 – si legge nel rapporto Caritas – sono infatti passati da poco più di 700mila a quasi un milione.