Un governo e mille battaglie di carta
Il demone della discordia gettando giù un’occhiata per pura curiosità, scorse Slurk comodamente seduto davanti al fuoco di cucina e Pott leggermente brillo in un’altra stanza; il malizioso demone, precipitatosi immediatamente in quest’ultimo luogo con inconcepibile rapidità, si infilò nella testa del signor Bob Sawyer e lo spinse, per i suoi (del demone) malvagi propositi, a parlar come segue:
“Dico, abbiamo lasciato spegnere il fuoco. Fa un freddo del diavolo dopo questa pioggia, no?”
“Davvero” rispose tremando il signor .
“Non sarebbe mica una cattiva idea andarcene a fumare un sigaro al fuoco in cucina, che ne dite?” propose Bob Sawyer, sempre montato dal demone suddetto. Il signor Pott acconsentì subito; ed i quattro viaggiatori, ognuno con il suo bicchiere in mano, si diressero senz’altro in cucina con Sam Weller in testa, che faceva strada.
Lo sconosciuto leggeva ancora; alzò gli occhi e trasalì. Anche il signor Pott trasalì.
“Che succede?” domandò il signor Pickwick sottovoce.
“Quel rettile!” rispose Post.
“Quale rettile?” disse il signor Pickwick guardandosi intorno temendo di star per pestare qualche obeso scarafaggio o qualche ragno idropico.
“Quel rettile” ripeté a bassa voce Pott indicando lo sconosciuto. “Quel rettile: Slurk dell’Indipendente”.
“Forse sarebbe meglio ritirarci” bisbigliò il signor Pickwick.
“Non sia mai, signore” ripeté Pott, reso coraggioso dal vino bevuto “non sia mai”. Così dicendo, il signor Pott prese posizione sulla panca opposta e, scelto un giornale da un fascio che aveva, cominciò a leggere di fronte al suo nemico.
Naturalmente il signor Post leggeva l’Indipendente, ed il signor Slurk, naturalmente, leggeva la Gazzetta; ed ognuno di loro esprimeva in modo udibile il proprio disprezzo per la prosa dell’avversario con risa amare e ghigni sarcastici; poi passarono a più aperte espressioni delle proprie opinioni quali: “assurdo”, “disgraziato”, “atroce”, “ciarlatano”, “furfante”,”schifo”, “porcheria”, “fango”, “Acqua sporca” ed altre osservazioni critiche di egual natura.
Il signor Bob Sawyer e il signor Ben Allen avevano osservato questi sintomi di antagonismo e di odio con un piacere che dava tanto maggior gusto ai sigari che stavano fumando a pieni polmoni. Quando la schermaglia parve affievolirsi, il perfido Bob Sawyer disse, volgendosi molto urbanamente a Slurk:
“Mi permettete di dare un’occhiata al vostro giornale, signore, quando lo avrete finito?”
“Troverete ben poco compenso al vostro fastidio, in questa roba”, rispose Slurk gettando a Pott un’occhiata satanica.
“Vi darò questo fra un attimo” disse Pott alzando gli occhi, pallido di rabbia e tartagliando per la stessa ragione.”Ah! Ah! Vi divertirà molto l’impudenza di questo messere”.
I volti dei due giornalisti avvamparono di sfida.
“La ribalderia di questo miserabile è stomachevole” disse Pott fingendo di rivolgersi a Bob Sawyer e guardando di traverso Slurk.
Il signor Slurk rise di cuore e, piegando il giornale in modo da poter leggere un’altra colonna, disse che quello stupido lo divertiva davvero.
“Che impudente impostore è costui” disse Pott, passando dal rosso al cremisi.
“Se ve la sentite di sorbirvi quattro chiacchiere a base di malvagità, bassezze, falsità, spergiuri e tradimenti” disse Slurk porgendo il giornale a Bob “sarete forse ripagato ridendo allegramente dello stile di questo sgrammaticato scribacchino”.
Il signor Pott, piegato deliberatamente il suo Indipendente, lo stese a terra con cura, lo schiacciò sotto i piedi, ci sputò sopra solennemente e lo scaraventò nel fuoco.
“Ecco signore” disse Pott allontanandosi dal camino “in questo modo vorrei poter trattare la vipera che lo produce se, fortunatamente per lui, non fossi trattenuto dalle leggi del mio paese”.
“Trattatelo pure così, signore!” disse Slurk.
“Non lo farò, signore” rispose Pott.
“Ah, non lo farete, eh?” disse Slurk, in tono sarcastico “voi lo udite signori! Non lo farà; non che abbia paura, oh, no! Non lo farà, ecco. Ah, ah!”.
“Io vi considero signore” disse Pott spronato da quel sarcasmo “io vi considero un vipera. Vi giudico come un uomo che si è posto al bando della società con la sua impudente, disgraziata e abominevole condotta pubblica. Io vi ritengo, signore, come uomo e come politico, non altrimenti che come un’ineguagliabile e indomabile vipera”.
Lo sdegnato Indipendente non stette ad aspettar la fine di questa accusa e afferrata la sua valigia, ben riempita di oggetti vari, la roteò nell’aria, mentre Pott gli volgeva le spalle, e con bella parabola, gliela fece piombare in testa giusto nel punto preciso in cui si trovava una robusta spazzola per capelli, con un colpo sordo che risuonò per tutta la cucina e fece stramazzare il giornalista di colpo.
“Signori” esclamò il signor Pickwick mentre Pott balzava in piedi afferrando l’attizzatoio “signori, per amor del cielo, badate a quel che fate. Aiuto! Sam! Presto, qualcuno!”.
Pronunziando queste incoerenti esclamazioni, il signor Pickwick si precipitò fra i due infuriati combattenti proprio in tempo per ricevere la valigia da una parte e l’attizzatoio dall’altra. Avrebbe pagato assai caro il suo impeto umanitario se il signor Weller, richiamato dalle grida del suo padrone, non si fosse precipitato dentro in quell’istante e, afferrato un sacco di farina vuoto, non avesse interrotto il conflitto infilandolo sulla testa e le spalle del potente Pott e tenendolo solidamente fra le braccia: “Mollate subito quell’attizzatoio, omuncolo, o vi soffoco in questo sacco”.
Intimorito da queste minacce l’Indipendente si lasciò disarmare.
“Andatevene buoni buoni a letto” disse Sam “o vi ficco tutti e due in questo sacco, ne lego la bocca e vi lascio combattere lì dentro finché volete. E voi, signore, abbiate la bontà di venir da questa parte, per piacere”.
Così, rivolgendosi al suo padrone, Sam lo prese per un braccio e lo portò via, mentre i due giornalisti rivali venivano accompagnati a letto dall’oste sotto la sorveglianza dei signori Bob Sawyer e Benjamin Allen, soffiando, nell’andarsene, le più sanguinose minacce e fissando vaghi appuntamenti a tenzoni mortali per il giorno seguente.Però, quando ci ripensarono, si accorsero che potevano farlo molto meglio per mezzo della stampa, sicché, senza indugio, ripresero le loro ostilità quotidiane: e tutta Eatanswill risuonò del loro ardire… sulla carta.
(Charkes Dickens, “Il Circolo Pickwick”, 1836)
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