La media è di due al giorno. Una vittima ogni 12 ore. Nel primo trimestre del 2023 si sono già contati 196 morti sul lavoro, sette in più che l’anno precedente. Una strage che parla di precarietà e di sfruttamento, di conti che non tornano mai per chi lavora appeso al filo dell’incertezza. Non è un caso se l’incidenza di infortuni letali è maggiore tra gli stranieri: “sostituzione etnica” di un genere tollerato.
Redazione
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