Tra Gramsci e Montanelli
Mi è caduto, come si dice, l’occhio sulla lettera pubblicata dal Corriere (5 agosto) in cui un lettore interrogava il Direttore a proposito di “esempi di scrittura”, contrapponendo Montanelli (lo scrivere chiaro) a Gramsci (lo scrivere difficile).
Il confronto mi è sembrato improponibile: per capire basterebbe leggere qualche recensione teatrale di Gramsci o qualche pagina dai Quaderni del carcere (quelle ad esempio dedicate proprio al giornalismo), “esempi di scrittura” al tempo stesso densissima di osservazioni, di riflessioni, di analisi, di argomenti, di forza polemica e comunque chiara, semplice, concreta (si potrebbe peraltro aggiungere qualcosa a proposito della storia dei Quaderni e della loro natura, della condizione in cui vennero scritti…).
Il Direttore ha risposto semplicemente vantando la presenza nella propria libreria di “tutti i libri di Indro Montanelli”. “Che palle”, mi verrebbe da concludere. Con la speranza però che Luciano Fontana, memore dei tempi in cui era caporedattore dell’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci, abbia conservato nella sua libreria anche qualche scritto di colui che ritengo (e penso che molti condividano) il più grande intellettuale italiano del Novecento.
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