Il recupero dei piccoli borghi
oggi ha una chance in più

Un principio importante rende la legge sui piccoli Comuni, approvata in via definitiva in questi giorni, una vera novità nel panorama dei provvedimenti licenziati in questi ultimi anni dal Parlamento: l’idea, se pur solo accennata, di politiche differenziate che consentano a chi amministra i territori di avere strumenti variabili in funzione delle caratteristiche delle comunità che devono governare.

Non è una novità di poco conto se si pensa che ci sono migliaia di Comuni al di sotto dei 5000 abitanti che soffrono una condizione di forte marginalizzazione dovuta alla condizione demografica, allo spopolamento, alla posizione geografica a volte molto difficile, ma non godono di misure dedicate, specifiche per le loro peculiarità e di politiche differenziate.

Il provvedimento mette a disposizione dei piccoli Comuni 100 milioni di euro in sette anni (2017/2023) per riqualificare i borghi italiani con meno di 5000 abitanti. Va dato merito ad Ermete Realacci, padre di questa legge, per la caparbietà e l’ostinazione con cui ha portato avanti l’iter di un processo più culturale che solo legislativo, di recupero del valore di centri storici completamente abbandonati con la conseguenza di radici sradicate, di memorie cancellate, di degrado ambientale a volte irreversibile.

I piccoli borghi “non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro – ha dichiarato Realacci, primo firmatario del testo”. Questa nuova legge cerca di arginare questi fenomeni e dà ai piccoli borghi, che il più delle volte si trovano in luoghi di grandissimo valore paesaggistico e naturale, l’opportunità di poter rivivere grazie ad opere di manutenzione del territorio, alla messa in sicurezza di strade e scuole, all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e ad interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive con una priorità alla tutela dell’ambiente. I piccoli Comuni potranno anche acquisire case cantoniere e tratti di ferrovie dismesse da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo".

La Legge istituisce anche misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. Un bella idea che diventa realtà e un primo flebile passo per dare al nostro Paese l’opportunità di uno sviluppo che punti sui territori e sulle comunità, che coniughi storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy.