Svezia prima nel donare energia elettrica

Dopo due giorni senza energia elettrica quarantotto milioni di persone in Argentina e Uruguay stanno finalmente tornando alla normalità. Non sappiamo le cause dell’accaduto, ma sappiamo che un altro miliardo e mezzo di persone nel mondo resta e resterà a tempo indefinito senza luce, calore, possibilità di cucinare se non con combustibili dannosi e inquinanti, senza sicurezza idrica e in generale igienica. La Svezia brilla anche dal satellite per la sua ferma decisione di illuminare i luoghi dove vivono i più poveri: le immagini dall’Asia e da alcuni punti dell’Africa sub-sahariana mostrano tanti puntini colorati laddove il Paese scandinavo è intervenuto con aiuti, tecnici ed istruttori. La Svezia è il primo donatore assoluto nei programmi Power Africa e ElectriFi, leader globale nel garantire l’accesso all’energia per chi ne è escluso.

Restituire a Paesi sfruttati

La Svezia è persuasa che questi aiuti siano un “restituire” e un investimento per una prosperità generale: in tutti i campi di cooperazione è il sesto Stato per quantità di aiuti, con l’1,04 per cento del prodotto interno lordo del 2018 dedicato a questo, cui vanno aggiunte ingenti donazioni private. Nella classifica della “dispersione” di danaro per la cooperazione è il Paese più virtuoso, secondo tutti gli audit indipendenti. I fondi, che in Svezia eccedono dal 1975 il minimo stabilito dall’ONU, uno 0,7% del PIL largamente disatteso da molti Paesi. L’Italia, tra i Paesi ricchi, con un meno 21% di risorse stanziate rispetto al passato, è sempre più lontana dagli obiettivi ONU.

Energia sostenibile a basso costo

La Svezia ha scelto di non dedicare nella propria agenda un capitolo dedicato a Paesi poveri da aiutare, anche se questo tema ha comunque un suo spazio. L’impegno per dare energia sostenibile, a basso costo e senza costi per l’ambiente è incardinato in tutto il programma di governo e condividere questi obiettivi con altri popoli è un modo per stimolare la ricerca e l’impegno delle aziende. Cucine solari, spesso solo un fornello o calderone con sopra un pannello, possono fare una grande differenza nella qualità della razione alimentare in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia. In Svezia la ricercatrice Petra Wadstrom del Royal Institute of Technology ha messo a punto il dispositivo Solvatten, che unisce la pastorizzazione dell’acqua alla metodica SODIS. Si tratta di una disinfezione ottenuta con l’uso della luce solare e di contenitori riciclabili. In questo modo la donna è più protetta, si riducono le diarree, l’unico costo è l’attenta educazione delle comunità. L’invenzione non ha alcuna valenza commerciale. Sono necessarie tre ore di esposizione al sole e un indicatore segnala quando l’acqua è sicura.

Promuovere le donne

Processi comparabili vengono utilizzati anche nella produzione di cucine e di case svedesi: l’obiettivo del Paese per il 2040 è di diventare in vent’anni una nazione al cento per cento libera da risorse energetiche non rinnovabili, come i combustibili fossili, un obiettivo da condividere con Paesi che hanno un patrimonio naturale fonte di sostentamento. La SIDA, l’agenzia svedese per lo sviluppo e la cooperazione internazionale punta a rafforzare la voce delle donne nei Paesi poveri nelle decisioni che riguardano l’energia. La consapevolezza degli aspetti di genere non è un vezzo, ma una vitale necessità. Promuovere la partecipazione delle donne e la loro leadership in questo settore, grazie ai programmi Energia1, Educazione energetica e Rafforzamento della collaborazione tecnologica (C3E e TPC) significa dare a chi distribuisce e prepara il cibo e organizza la casa, le ore di illuminazione, gli orari della giornata.

In questo modo nei Paesi a risorse energetiche tecnologiche limitate o del tutto assenti si sta creando un movimento che chiede alle compagnie internazionali del settore di basare le loro politiche su progetti sostenibili. La Svezia ha escluso dai finanziamenti interni e internazionali le aziende che utilizzano combustibili fossili, con il sostegno della Banca Mondiale.

Il “potere” per una vita dignitosa

Energia, power in inglese, significa veramente avere accesso al potere di condurre una vita dignitosa: oggi più della metà dei cittadini in Paesi poveri utilizza, quando può permetterselo, il carbone, con un inquinamento domestico che provoca nelle famiglie cancro ai polmoni, patologie polmonari croniche ostruttive e polmoniti. La mancanza di elettricità, e quindi di luce, colpisce soprattutto il settore sanitario e la possibilità di creare piccole imprese o attività artigianali con una minima specializzazione. Un rapporto svedese e del Liebniz Institute for economical research su un’area del Ruanda dove l’elettricità “pulita” è stata portata ha dimostrato un formidabile cambio di passo nella vita delle persone: i minuti di studio dei bambini o di lettura sono aumentati (tra i diciannove e i quaranta), l’accesso all’informazione con TV, radio e telefoni cellulari che non devono più essere ricaricati in punti lontani ha reso più sicure le famiglie in occasioni di grandi eventi atmosferici e reso possibile il lancio di alcuni progetti di pronto intervento. Negli ospedali le ore di assistenza, l’utilizzo di macchinari e la sterilizzazione sono divenute molto più facili ed estesi. Piccole attività economiche hanno avuto la possibilità di partire: per un chiosco poter conservare i cibi è fondamentale, ad esempio.

La Svezia, donatore numero uno, continua la propria azione per un’energia pulita e una distribuzione delle risorse meno ingiusta.