Spagna, i socialisti battono la destra. Ma Sanchez è al bivio

I risultati delle elezioni politiche spagnole sono destinati a pesare nel quadro politico spagnolo e probabilmente anche europeo.

1. I socialisti dello storico PSOE (Partito socialista operaio spagnolo), con il 29% dei voti e 123 seggi, hanno vinto e ora sono chiamati a mettere in piedi un governo di coalizione. Con chi? Probabilmente con i 42 deputati di Podemos e con un settore dei nazionalisti catalani e baschi. Il successo personale di Pedro Sanchez è indubbio. Dopo aver vinto la logorante battaglia interna del partito (aspramente criticato da alcuni tra i principali dirigenti storici del partito tra i quali l’autorevole e influente Felipe Gonzalez) era riuscito a dare vita ad un monocolore in minoranza tollerato fino a pochi mesi fa da Podemos e dai catalani indipendentisti, un governo con una presenza femminile senza precedenti che ha legiferato facendo i salti mortali tra pressioni trasversali di ogni genere. Si è cosi affermato un leader forse non carismatico ma stimato per la sua tenacia che ha fornito di ossigeno il corpo del partito logorato da un lungo periodo di incertezze strategiche e divisioni interne. La vittoria del 28 aprile ha ricompensato Pedro Sanchez di tante delusioni.

Pedro Sanchez

2. Con la secca sconfitta del Pp (Partito popolare) che ha perso metà dei voti e dei seggi precedenti e la speculare affermazione di Cs (Ciudadanos) la destra è ora allo sbando. Lo è perché non è in grado di formare un governo di coalizione per il quale Pp e Cs non hanno i numeri in Parlamento neanche con i seggi di Vox, il neonato partito populista-nazionalista che ha alimentato con la sua crescita rapida e imprevista la percezione diffusa di uno sconquasso del quadro politico democratico. Ora la domanda è: quale sarà l’evoluzione della destra nelle prossime settimane con le elezioni europee alle porte? Non è facile immaginarla ma in ogni caso sarà bene monitorare le mosse di Vox, deciso a capitalizzare i suoi 24 deputati al Congresso e il crollo della destra “tradizionale”. E il Cs? Può tentare un governo di “centro sinistra con i socialisti (Psoe e Cs superano insieme i 176 seggi previsti) anche se lo ha rifiutato in campagna elettorale attaccando il Psoe per il suo “ambiguo” rapporto con i nazionalisti catalani? E può Pedro Sanchez smarcarsi dalle sue stesse ultime dichiarazioni di apertura a Podemos e dalla sua intenzione di trovare uno sbocco alla grave crisi catalana?

3. Ora in molti si pongono il quesito: quale tendenza di fondo rappresenta Vox? E’ giusto classificarlo come uno dei più o meno piccoli partiti postfascisti o postnazisti nati e cresciuti in Europa negli ultimi anni? La risposta è SI e NO. Per il momento sembra evidente che si è di fronte ad un fenomeno che affonda le sue radici nella destra franchista, quell’insieme di forze e tendenze che si sono mimetizzate per decenni all’interno del Pp e che ora, spinte in primo luogo dalla questione catalana, sono uscite allo scoperto. Ma anche un movimento che scimmiotta le parole d’ordine (la sicurezza, l’antifemminismo e la difesa della famiglia tradizionale, il rifiuto degli immigranti..) di altri gruppi o partiti di destra ed estrema destra in Europa. E in ogni caso: il 10% dei voti e 24 deputati non sono pochi per una forza estremista che appena un anno fa non era ancora presente nell’agone politico.

Pablo Iglesias

I socialisti hanno dunque vinto ma sono ora obbligati ad allearsi o con Podemos o con Ciudadanos. Il tradizionale bipartitismo è morto. Il futuro di Sanchez dipenderà dalle alleanze e dai relativi accordi. Dovrà cioè decidere se guardare a sinistra o a destra. Forze importanti, interne ed esterne al partito socialista, cercheranno di condizionarlo in un senso o nell’altro. Non c’è solo l’imminente scadenza delle elezioni amministrative spagnole e di quelle europee. C’è anche la grande incertezza del processo in corso contro i leader catalani in carcere da un anno e mezzo. La soluzione logica dovrebbe essere un indulto deciso dal prossimo governo in carica indipendentemente dalle conclusioni dell’incredibile processo. Una decisione non facile ma possibile se ci sarà un accordo Psoe – Podemos; davvero molto difficile se Sanchez decidesse di governare con la destra liberista e centralista che ha votato Ciudadanos.