Solo 7 donne su 23
ma ci sono anche
presenze importanti
Evviva evviva: sette donne al governo. Nei commenti in diretta tv subito c’è chi afferma: rispettata la parità di genere. C’è poco da fare, la neo-ministra in pectore alle pari opportunità, Elena Bonetti, che da civile è professoressa associata di analisi matematica, dovrà rinfrescare le nozioni basic intanto a giornalisti, opinionisti e direttori. 7 ministre in un governo composto da 23 persone, non fa pari. Anzi, fa meno di un terzo.

Eppoi, evviva evviva: il martellamento delle associazioni femminili al presidente incaricato e, soprattutto, al Capo dello Stato, forse a qualcosa è servito. Così almeno rivendicano a caldo quante si sono mosse – tante – in questi giorni di crisi.
La firmataria del reddito di cittadinanza
Una donna agli interni, la prefetta di Milano, Luciana Lamorgese. Bene. Raccoglie il testimone da Iervolino e Cancellieri. Sono state presenze importanti. Una donna al ministero del lavoro, bene: raccoglie il testimone di Tina Anselmi. Per ora Nunzia Catalfo si è fatta notare come prima firmataria del reddito di cittadinanza, pare abbia concorso alla scrittura.
Abbiamo detto di Elena Bonetti: resuscita con lei il ministero alle Pari Opportunità, che era stato cassato dai governi precedenti (Renzi e Conte1), anche se lo ritroviamo associato alla delega “alla famiglia”. Le famiglie sono di tanti tipi, staremo a vedere che si intende. Anche le Pari Opportunità non sono a senso unico: ma in questo Paese la disparità di genere è tale che, anche senza portafoglio, un ministero è essenziale. Anche questa una battaglia delle donne, delle associazioni di donne. Che lo rivendicano. Il totale, comunque, porta a sette

I conti si fanno alla fine
In cima ci sono due uomini (Conte e Fraccaro), subito sotto 14 uomini e 7 donne. Mancano sottosegretari e sottosegretarie. I conti si fanno alla fine. (Il governo Renzi sulla carta aveva – solo all’inizio – metà ministri e metà ministre: poi le percentuali saltarono per aria… ).
Chi sono le donne (e gli uomini) che ci governeranno? Fondamentale. Ma barattiamo volentieri un mediocre sottosegretario con una mediocre sottosegretaria. Ci piace molto criticare – anche – le donne!
Il ringraziamento di Mattarella
Post Scriptum: in questi anni buissimi per l’informazione – dove dal governo la stampa ha subito “vendette”, e tagli all’editoria, e i giornalisti sono stati chiamati “sciacalli” – il ringraziamento di Mattarella è stato inatteso e di gran rilievo. Grazie a lei, Presidente.
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