Signori del governo, ora tutti a caccia della divisione Wagner

Il ministro italiano della Difesa, Guido Crosetto, ha affermato che la pressione migratoria dalle coste africane è opera della famigerata divisione russa Wagner, quella che opera in Ucraina. Dello stesso avviso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani il quale, con prudenza, ha detto: “non vorrei ci fosse un tentativo di spingere gli immigrati verso l’Italia”.
Questa è una importante informazione che il governo, ai suoi massimi livelli, trasferisce all’opinione pubblica in presenza di molti sbarchi e solo pochi giorni dopo la riunione del Consiglio dei ministri a Cutro.

I due ministri – e forse la presidente del Consiglio – sono giunti a questa conclusione sulla base, ci si augura, di una buona azione dell’intelligence. Non c’è di che rallegrarsi per la tempestività di questa indagine. Ora, pertanto, sappiamo, almeno per quanto riguarda la rotta libica, chi sono i responsabili del traffico di esseri umani: sono i vertici della divisione Wagner in combutta, va da sé, con le autorità di alcuni Paesi africani.

Ora essere conseguenti

Ora non resta che essere conseguenti. Dalle parole il governo deve passare ai fatti. A Cutro, dove è stato approvato il decreto “anti-scafisti”, il governo ha fatto una dichiarazione solenne: andare alla caccia dei trafficanti “lungo tutto il globo terracqueo” avvalendosi della fattispecie di un nuovo reato che avrà – a giudizio di Meloni e del suo ministro della Giustizia Nordio – un carattere “universale”.

Ecco, non bisogna indugiare. Il governo italiano si metta alla caccia dei trafficanti che sono stati individuati con celerità: sono quelli della Wagner. Si sa dove sono, dove andare a scovarli, annientarli e mettere termine al traffico di migranti. Altra via non c’è. Lo ha detto il governo all’unanimità. Forza, all’attacco. Prendeteli tutti, incarcerateli e condannateli a 30 anni.
Meloni, hic Rhodus hic salta.