Scosse sul corpo
e sul genere
Qualche anno fa il sindaco di destra di Venezia, Luigi Brugnaro,aveva fatto stilare una lista di libri per bambini da bandire inserendovi anche dei grandi capolavori della letteratura young. A Todi di recente alla bibliotecaria è stato notificato un ordine di trasferimento perché non aveva accettato di censurare i libri pro gender nel settore ragazzi. L’amministrazione di ultra destra l’ha definita normale turnazione da spoil system, ma il termine più appropriato è censura. Gli episodi da ricordare sono decine. E’ l’aria del nostro tempo, vendicativa e oscurantista. Ma per fortuna c’è anche un solido fronte che esiste, resiste e si fa sentire. Sono le associazioni che si occupano di stereotipi di genere, di educazione alla complessità, di sessualità e corpo per i piccolissimi. C’è chi scrive, disegna, inventa per loro. Ci sono case editrici come Giralangolo, Settenove o Matilda particolarmente sensibili al tema. E c’è chi si rivolge agli educatori, agli insegnanti, ai genitori. Come Scosse, un gruppo nato nel 2011 tra le pieghe dell’università romana La Sapienza e via via cresciuto negli anni.Dapprima con il progetto “Leggere senza stereotipi”, una sorta di osservatorio sull’editoria di qualità che intendeva rivolgersi alle scuole, alle educatrici e che guardava soprattutto alla fascia dei piccolissimi, dagli 0 ai 6 anni privilegiando l’albo illustrato. L’obiettivo – nelle parole di Sara Marini, tra le fondatrici di Scosse –era costruire un immaginario libero dagli stereotipi. “Ci occupiamo di genere in un’ottica trasformativa” dice. L’albo illustrato aiuta il bambino a compiere le proprie scelte, può funzionare per demolire stereotipi, per infrangere tabù, per facilitare una crescita dove contano più i sogni e le inclinazioni che i modelli preconfezionati. Col tempo Scosse ha ampliato i propri orizzonti, ha sollecitato la nascita di un network di associazioni e di gruppi che, a vario titolo, si interrogano sulle questioni di genere, sul corpo, sulla sessualità. Ha anche ampliato la fascia di età alla quale guarda. Non più solo i piccolissimi ma i bambini e i preadolescenti. Non più solo il dialogo e la formazione con gli adulti ma il contatto con i piccoli protagonisti di letture e discussioni. Dalla collaborazione con Ottimomassimo (libreria romana,che è anche itinerante,diretta da Deborah Soria) nasce il progetto “Fammi capire”: c’è ancora la ricognizione sui libri, sul corpo e sulla sessualità ma protagonisti, oltre ai libri,ci sono i gruppi di ragazzi che discutono e si confrontano. “Nel nostro lavoro non adottiamo un approccio sanitario, non ci occupiamo di salute sessuale ma di emozioni e del loro riconoscimento, di relazioni tra pari all’interno delle differenze di genere e contro gli stereotipi che bloccano ogni percorso autonomo di costruzione di sè”, spiega Sara Martini. Si tratta di un progetto presentato, a inizio ottobre, anche al Festival romanoInQuite, dedicato alle scrittrici, in un dibattito pubblico e grazie a una mostra itinerante che racconta quanto il libro e la lettura possano aiutare a rendere più liberi dalle gabbie di genere e allenare alla complessità.
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