Salvini, ovvero la peggiore destra votata all’avventura
Ogni volta che inizia una nuova stagione politica, c’è chi si convince che durerà almeno ventanni. Il fascismo durò due decenni, la prima repubblica, per fortuna, molto di più. Berlusconi è in campo da ventanni ma, pur avendo segnato un’epoca, in questi decenni ha conosciuti anche brucianti sconfitte. Chissà perché, secondo alcuni analisti e leader di sinistra, Salvinie Di Maio sarebbero destinati a un ventennio tutto intero.
Oggi loro hanno il vento in poppa e la sinistra lentamente sta capendo quali sono le proprie responsabilità. Stiamo anche capendo che qualcosa si è mosso nell’Italia profonda portando alla ribalta sentimenti plebei, depositi di odio, ettolitri di rancore. E’ popolo, si dice, ma anche il popolo quando prende questa direzione può fare schifo. In questo melma si muovono come allegri bagnanti Di Maio e Salvini. Vorrei soffermarmi su quest’ultimo.
Salvini è il prototipo dell’uomo di destra più disponibile all’ avventura. In Spagna sarebbe stato il colonnello Tejero, golpista un po’ surreale. Non mostra principi morali, considera verità assolute quelle che proclama, non accetta contraddittorio, gode ad eccitare folle e spingerle all’odio furente verso gli avversari, ha anche la debolezza di essere un uomo eterodiretto. Non penso che lo paghino dall’estero per dire e fare queste cose. Tuttavia a lui non pare vero, oscuro funzionario leghista, di essere stato accettato nel salotto della destra europea e considerato un interlocutore da Putin e domani da Trump.
Quest’uomo, privo totalmente di qualità, usa compulsivamente i social. L’informazione tv e quella scritta, in momenti di crisi di vendite e di ascolti, gli sono andati dietro subendolo ma anche creandolo. E’ accaduto così a tutto quel mondo di sconosciuti Vip e opinionisti che girano per le serie televisive più raccapriccianti, mostrando ogni volta il peggio di sé.
Questo mondo però si consuma, logora i suoi attori e ne cerca altri ancora, magari più disgusting.
Salvini pensa che la sua Italia disgustosa non abbia un fondo nel barile e che tenerla in armi per anni può dargli vita lunga da leader. Io credo esattamente il contrario.
Salvini pensa che la sua Italia disgustosa non abbia un fondo nel barile e che tenerla in armi per anni può dargli vita lunga da leader. Io credo esattamente il contrario.
Sono altresì convinto che per tenere in armi il proprio popolo bisogna fare i conti anche con la stanchezza di chi accetta la guerra civile purchè sia breve, oppure la subisce in silenzio, oppure la avversa. Salvini gioca con un solo schema: guerra continua. Così estenua la sua gente che nel momento di difficoltà vorrà riprendere fiato, sorridere all’amico e al nemico, girare per l’Europa senza avere l’idea di fare schifo agli europei. Sarà’ un processo lungo che potrebbe essere alimentato da una durissima campagna contraria a Salvini-persona. Ma chi pensa che Salvini durerà vent’anni, sbaglia calcoli e previsioni. Anche il febbrone alla fine cala, se il paziente non muore.
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