Primo: salvare vite
No del sindacato
pressioni delle imprese

Il governo sembra stare tra l’incudine e il martello. Ovvero se soddisfare le esigenze degli imprenditori o quelle dei sindacati. Il dilemma, però, non è questo. Non dovrebbe essere questo. Il dilemma vero è se si debbano salvare piu vite umane possibili, oppure salvare il massimo possibile delle produzioni giornaliere, anche se si tratta di prodotti non essenziali. Prodotti che possono subire ritardi. Certo a scapito dei profitti momentanei degli imprenditori ma, certo, anche a danno della crescita economica futura del paese. Però la vita, le vite, sono più importanti. Oltretutto un imprenditore avveduto potrebbe rendersi conto che un sacrificio momentaneo potrebbe accelerare la fine del diffondersi del virus e agevolare così la ripresa economica.

operaiGià adesso molti lavoratori affrontano rischi quotidiani. Pensate solo a quelli della sanità e dei trasporti. Non risuona per loro l’invito pressante a rimanere in casa. Loro escono tutte le mattine, usano il trasporto pubblico, raggiungono il luogo di lavoro. Spesso senza maschera, senza le protezioni necessarie. Mandati allo sbaraglio. Sono gli eroi di questa amara epoca. Che non si arrendono. Non chiedono di essere esentati. Sono indispensabili. A differenza di tanti loro fratelli industriali. Magari bisognerebbe riconoscere questi meriti indiscussi, con tutele fortemente adeguate.

C’è in questa disputa sul lavoro che deve continuare o smettere un dato che dovrebbe essere riconosciuto. Riguarda il ‘valore’ del lavoro, la fonte della ricchezza del Paese. Senza di loro il Paese muore. Eppure non sono ai primi posti della scala sociale. Hanno salari ridicoli e diritti spesso stravolti da leggi non favorevoli.

Ora sembra che si possa giungere a una correzione da parte del governo. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro. Avrà luogo oggi 24 marzo. E’ stata ventilata anche l’ipotesi di uno sciopero generale. Una minaccia, non una decisione, che non alludeva alla scesa in campo di tutti i settori del mondo del lavoro. Non era certo riferita ai settori collegati alla sanità e ai trasporti, ad esempio. Semmai alludeva a quelle tante aziende industriali che non rappresentano attività essenziali per combattere il corona virus, dove mancano spesso le protezioni necessarie. Dove infatti sono già scoppiati scioperi. Altri si annunciano. Così metalmeccanici e chimici Cgil, Cisl, Uil, hanno indetto per mercoledì uno sciopero di 8 ore in Lombardia. Con un scopo solo: non morire, non aiutare il contagio.

E’ in fondo lo scopo scritto nella lettera urgente mandata al governo: “Il contenimento del virus, la garanzia delle attività essenziali alla collettività, oltre che, ovviamente, in primis, la sicurezza e la salute di chi lavora“. Uno scopo che dovrebbe essere condiviso. Non ci si può dividere su questioni così fondamentali, in una situazione così drammatica. Solo puntando sul consenso generale si può vincere.

La tensione è grande in questi settori esposti del mondo del lavoro. Ha detto bene Maurizio Landini: “Bisogna evitare che la paura si trasformi in rabbia. E allora basta furbizie”.