Raggi di sole
tra il Tg1 e la realtà
di Roma
Tg1 ora di pranzo, con il rischio di mandartelo di traverso. La sindaca Raggi spiega ai romani e al resto dell’umanità quanto sia diventata smart – cioè intelligente – la capitale, scalando la classifica delle città italiane tecnologicamente avanzate: da un anonimo 15° posto ad un 4° di tutto rispetto. E come sarà ancora più bella, inclusiva e aperta alle imprese la città con gli 81 progetti del Piano Roma Smart City, con i soldi del Recovery plan, e poi anche con il Giubileo che verrà e l’Expo del 2030.
Spot elettorale mascherato da servizio giornalistico
Guarda lontano, Virginia Raggi, e il servizio del tg1 assomiglia tanto a uno spot elettorale da glissare sulla distanza tra il dire a favore di telecamera e il fare quotidiano, nella stessa città che la sindaca amministra dal 2016 senza che i romani abbiano potuto apprezzarne l’intelligenza. Della città, s’intende.
Certo di strada ne ha fatta, Virginia Raggi, da quando rivendicava con orgoglio tra i “fatto!!!” dei primi 100 giorni le toppe su 400 buche stradali, che basta fare il giro dell’isolato per contarne di più. E poi “il piano foglie”, che con sua sorpresa in autunno cadevano dagli alberi e si ammucchiavano in volubili montagnole lungo i marciapiedi. O il “piano caditoie”, che poi sarebbe ripulire i tombini per evitare gli allagamenti quando piove. Grandi conquiste che a occhio e croce rientrerebbero nell’ordinaria amministrazione di qualunque amministrazione. E invece.
Ora si vola più in alto. Non si parla più del complotto dei frigoriferi, suggerito dalla sindaca per spiegare il fiorire di rifiuti ingombranti per le strade della capitale, quando invece era stato sospeso il servizio di raccolta. Sorvolando su cassonetti pieni e bus auto-combustibili, con le elezioni alle porte e una città da riconquistare Raggi stupisce con effetti speciali. Tra i fiori all’occhiello della nuova capitale smart – elencati sul sito del Comune – si legge che ci sarà Star, per segnalare “anomalie sulle strade di Roma”, o il Progetto Life-Diademe, che controllerà l’illuminazione stradale con l’obiettivo di ridurre il consumo di energia e l’inquinamento luminoso. Tutto bellissimo, e ovviamente molto smart – anche se prima di ridurre l’inquinamento luminoso sarebbe stato opportuno illuminare, evitando la consuetudine dei lampioni accesi a giorni alterni: oggi a me, domani a te.
Dalle voragini stradali all’erba che diventa bosco
Peccato anche che, mentre Virginia annunciava le magnifiche sorti e progressive, con imperdonabile fuori sincrono due auto finivano inghiottite da una voragine a Torpignattara. Anomalia frequente sulle strade di Roma, al pari delle buche e dell’asfalto sdrucito dei marciapiedi dove la primavera – inconsapevole del fatto che la sindaca avesse revocato la manutenzione all’Ama per scaricarla sui municipi senza preavviso e con una manciata di spiccioli – ecco la primavera ha provveduto a improvvisare boschi di ortiche e erbe di campo ad altezza ginocchia: decoro urbano anche questo, il verde nasconde la sporcizia e non costa niente. Vuoi mettere quanto è smart?
Che poi i romani sarebbero pure di bocca buona. Dall’amministrazione capitolina vorrebbero strade pulite, autobus che non ti lascino invecchiare sotto alla palina (intelligente) della fermata, cassonetti svuotati con regolarità e magari iniziative culturali che vadano oltre gli stornelli distribuiti dal bus nelle periferie. Almeno per cominciare.
Molto terra terra, se vogliamo. Ma quanto sarebbe intelligente.
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