Riace: disubbidienza civile contro la vendetta di governo
La vendetta questa volta è stata consumata calda. Neanche si erano spenti gli echi della manifestazione di solidarietà con Mimmo Lucano che il ministro dell’interno ha emesso la sua circolare, sospendendo il progetto Sprar di Riace e ordinando lo spostamento di 600 persone in strutture lontani da quel paese. Così un sistema che funzionava, che era preso da modello e esempio in Italia e in Europa, è condannato a morte. Le persone che vivevano nelle case abbandonate dai nostri migranti, che avevano riempito di lavoro e attività il vecchio paese, andranno altrove, magari in quei grandi insediamenti del sud, non tutti esempio di buon funzionamento, e limpido.

Foto Umberto Verdat
Ma tant’è, il “modello Riace” va demolito dalle basi. Dignità e diritti sono due parole che vanno dimenticate, come accoglienza, come integrazione, come intercultura. Il ragionamento è facile, ma qui si picchia su un sindaco che ha commesso , al peggio, qualche leggerezza amministrativa. E lo fa un ministro il cui partito è condannato a risarcire 49 milioni di soldi pubblici trafugati.
Ma non è solo cattiveria, anche se gli effetti sulle persone – i vecchi e nuovi riacesi – saranno cattivi. E’ una lucida strategia: i migranti sono esseri inferiori e approfittatori, vanno spostati come pacchi, buttati come capita e che ringrazino pure. Magari andranno a ingrossare i ghetti dove si rifugiano i braccianti, terra di nessuno dominata dalla malavita che gestisce la tratta di braccia, oggi come ai tempi di Di Vittorio. La Lega sa da che parte è imburrata la fetta di pane del consenso, e in terra di ‘ndrangheta la parte è quella.
La deportazione dei nuovi riacesi va fermata. Non solo perché deportazione è una parola che in un paese civile non si dovrebbe più sentire, che ha gli echi nefasti di un regime che portò ai lager. Ma perché siamo ancora in tempo a fermare quella deriva. E’ l’ora di agire, non con qualche dichiarazione, ma con atti forti, fermi, decisi. C’è un limite, ed è la Costituzione. Questa è solo l’ultima mossa di questo governo, ma nella vicenda dei migranti questi limiti sono stati più volte superati. Basti pensare alla criminalizzazione artificiale delle Ong e del salvataggio in mare.
E’ un bel segnale la raccolta di fondi lanciata perché i bambini di Lodi che frequentano le elementari siamo uguali, e possano mangiare insieme. C’è un’altra Italia, che vuole giustizia e uguaglianza. Ma ce ne vogliono altri, di segnali così. Segno che le coscienze non sono del tutto mitridatizzate dai veleni emessi dai potenti di oggi. Un corteo, certo, ma forse anche altri gesti simbolici forti.

Foto Umberto Verdat
Se ne è accorta l’Anpi, che invita alla mobilitazione accanto a Lucano e ai riacesi. “Il ministro Salvini dimentica una cosa: Riace c’è già stata – dice Carla Nespolo, presidente Anpi – È un modello di cui parla tutta Europa. Riace dimostra che non solo l’integrazione è possibile, ma benefica. Se un piccolo borgo spopolato ha potuto riprendere mestieri, scuole e lavoro, proprio grazie alle nuove energie dei migranti, Riace ha già vinto”.
Se ne sono accorti i giuristi democratici: “Non sarà una circolare del Ministero dell’Interno italiano a fermare un’esperienza di civiltà, di umanità, di solidarietà, di rispetto delle persone. Non di sola disobbedienza civile si deve ora parlare. Ma di determinato rispetto della Costituzione repubblicana. Che dai soggetti che dovrebbero rappresentare le Istituzioni e che oggi occupano i loro vertici, non è considerato il primo dei loro doveri. Ma accanto agli strumenti che questo ordinamento democratico consente di utilizzare, esiste anche l’opposizione civile di tante persone, che in questo Paese non accettano sopraffazioni, abusi e soprusi anche se timbrati da ordinarie circolari istituzionali”.

Foto Umberto Verdat
E Magistratura democratica: “E’ oggi un dovere di tutti far sentire la propria voce e riaffermare il forte senso di appartenenza a quel progetto di società basato sull’eguaglianza emancipatrice e sulla solidarietà fra tutti gli individui che ci ha consegnato la nostra Costituzione”. Anche la Cgil si schiera, Susanna Camusso è durissima: “Si sta commettendo non solo un errore, ma un atto disumano, sbagliato, di dubbia legalità. La scelta del ministro degli Interni è un atto scellerato, spropositato e va bloccato”. E Aboubakar Soumahoro, leader sindacale dei braccianti di Rosarno, invita a una catena umana attorno a Riace e al suo modello.
Disubbidienza civile, dunque, opposizione. Ricordando che anche la Costituzione è nata dalla disubbidienza in un paese dove la libertà era cosa di pochi, e era dovere dei cittadini denunciare ebrei e oppositori. Disubbidienza civile, perché ora bisogna ricordare, purtroppo, dove sia la civiltà, e bisogna fare atti radicali per perseguirla. E per non cadere nel baratro.
Sostieni strisciarossa.it
Strisciarossa.it è un blog di informazione e di approfondimento indipendente e gratuito. Il tuo contributo ci aiuterà a mantenerlo libero sempre dalla parte dei nostri lettori.
Puoi fare una donazione tramite Paypal:
Puoi fare una donazione con bonifico: usa questo IBAN:
IT54 N030 6909 6061 0000 0190 716 Intesa Sanpaolo Filiale Terzo Settore – Causale: io sostengo strisciarossa
Articoli correlati