Restiamo umani. La grande emozione del concerto di Roger Waters

Restiamo Umani, queste parole erano scritte su un grosso porco gonfiato che volteggiava sopra il Circo Massimo sabato scorso. Era il porco che ha accompagnato una parte del concerto di Roger Waters, uno dei fondatori del gruppo dei Pink Floyd. Dicono che eravamo in sessantamila, almeno la metà erano cinquantenni e sessantenni, padri madri e come me alcuni anche nonni, alcuni accompagnati dai propri figli.

Ci siamo ritrovati seduti sui prati del Circo Massimo e mi sembrava di essere tornato indietro di quarant’anni. Quando la mattina si faceva “sega” a scuola e si andava al Circo Massimo ascoltando musica per far passare le ore prima di tornare a casa. E sono sicuro che molti, chiamiamoli reduci o anziani, erano gli stessi di quarant’anni prima.

La differenza era che la colonna sonora era suonata da vivo dal protagonista della serata. Roger Waters è riuscito a dare delle emozioni uniche con i classici brani storici e anche con brani che hanno ricordato a Resistere, Resistere contro il capitalismo, Resistere contro il potere economico, a Resistere contro il neo-fascismo, Resistere contro l’antisemitismo. a anche per una Palestina libera.

Nelle immagini che scorrevano sul grande fondale del palco devo annotare che non era stato aggiornato sulla situazione politica italiana. L’unico politico messo insieme a Trump, Putin era Berlusconi, ormai ai margini della politica italiana, perché gli attuali Di Maio e Salvini sono più fascisti e pericolosi del povero Cavaliere di Arcore.

E le atmosfere e il coinvolgimento era totale, ha fatto entrare il pubblico nella musica e nelle immagini. Sì, perché è stato un mix di suoni e immagini, si era immersi in un percorso che mi ha dato la sensazione di stare in un film di animazione e musica. Ci si sentiva più dentro Allegro non troppo di Bruno Bozzetto che Fantasia di Walt Disney. Emozioni uniche. Sono state due ore e mezza di grande musica spettacolo e che hanno ripagato l’attesa.

Si può dire che è stata una gran bella serata, ben organizzata e poi lo scenario era unico al mondo, e le note vagavano libere tra le mura romane del Foro e lungo il Circo Massimo.

Roma merita questi grandi appuntamenti, come i grandi che già si sono esibiti dai Rolling Stones a Bruce Springsteen.

Solo un appunto a margine di questa bella serata, nel giungere al Circo Massimo ho percorso il Viale di Caracalla, alti pini, platani secolari e poi quegli ampi spazi verdi che vanno verso le terme di Caracalla, con chiese romaniche di grande valore artistico. Questo incantevole luogo era deturpato da montagne di sfasci di potature, che dal colore delle foglie, giallo secco, stavano li da molti mesi segnalati da un nastro giallo con la scritta “Roma Capitale”. Sarebbe stato meglio che sul nastro ci fosse scritto “Crime scene do not cross” perché quelle montagne di rifiuti sono un crimine contro questa meravigliosa città, il segno di un degrado e di una mancanza di rispetto da chi l’amministra. L’unica nota stonata in una serata di note molto intonate.