Responsabilità, libertà, fratellanza. Un codice etico per chi scrive per i ragazzi
Scrivere per i ragazzi? È una questione di etica. Lo sostiene l’Associazione ICWA (Italian Children’s Writer Association) – che conta ormai oltre 100 associati, quasi tutti scrittori per bambini e ragazzi- e che al tema ha dedicato una vera e propria “Carta etica” diventata l’emblema del riconoscersi e agire come associazione. Scaricabile dal sito dell’Associazione, è ricca di spunti e approfondimenti grazie all’apporto di numerosi scrittori e scrittrici.
La responsabilità di chi scrive

L’Associazione chiarisce subito che non si tratta di stabilire regole, divieti e buone pratiche. Non si tratta neppure di insegnare qualcosa ai più piccoli, di educarli, peggio ancora di indottrinali. L’etica a cui si riferiscono gli scrittori ICWA riguarda, piuttosto, il gesto dello scrivere, i suoi contenuti, il mondo di riferimento che la scrittrice o lo scrittore (ma anche gli illustratori) consegnano ai propri lettori. Crescere, definire la propria identità, è un lento processo di formazione che incorpora una molteplicità di esperienze, di cui fa parte anche l’incontro con il libro e le storie. A patto che si abbia la fortuna di intercettarli lungo il proprio cammino.
La “Carta etica di ICWA” nasce dalla consapevolezza di quanto siano importanti le parole. Esiste una responsabilità dello scrittore – si legge nel documento – perché “come le parole nominano i pensieri, ognuno di noi, scrivendo storie, nomina la propria grammatica del reale e dell’ideale, esprimendo un’idea di mondo”.
Pluralità in una casa comune
Accanto alla responsabilità, altre parole definiscono l’universo di riferimento degli scrittori ICWA. La pluralità innanzitutto, che significa essere diversi ma abitare una “comune casa” in cui rispetto. fratellanza e libertà si mescolano. E’ forte anche il no alla censura, così corrosivo nella letteratura per ragazzi.
Non si tratta solo di una messa in guardia dall’autocensura che spesso lo scrittore si impone, ma dalla censura esercitata talvolta dal potere politico, da amministratori troppo zelanti che vogliono “addomesticare le parole” e piegarle al loro pensiero unico. Infine, nel vocabolario etico di ICWA, ci sono l’affermazione delle parità di genere e la non discriminazione, elementi che dovrebbero essere presenti sempre, a partire dagli albi illustrati. Importante anche la “cura”, parola troppo spesso confinata nel solo universo domestico.
Il libro è un compagno di strada
Scrivere per i più piccoli significa avere presente l’abc del “buon libro”; anche loro hanno diritto a testi curati nella redazione, nel controllo delle fonti, nell’apparato iconografico. Hanno anche diritto al piacere della lettura, alla scelta di cosa leggere, di quando farlo, compreso quando abbandonare un testo, contando su una rete di istituzioni che facilitano l’incontro tra una storia e il suo lettore. Solo così – conclude la “Carta etica” – si semina l’amore per il libro, compagno di strada prezioso.
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