“Quanti morti servono perché le Nazioni Unite facciano qualcosa?”. Così scriveva sulla sua pagina Facebook Nyi Nyi Aung Htet Naing, uno delle migliaia di ragazzi che protestano contro il golpe militare in Myanmar. Ieri è stato ucciso dalla polizia a Yangoon e con lui almeno altre 18 persone. “Se sparano con proiettili di gomma si può accettare. Ti fanno male, ti provocano un trauma. Ma ci sparano con proiettili veri. E’ inaccettabile”. “Se nessuno ci aiuta, il mondo avrà un’altra Corea del Nord.
Redazione
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