Regionali in Sardegna, per il centro-sinistra è #tuttaunaltrastoria

Al voto. La Sardegna va alle urne per eleggere il nuovo governatore e rinnovare il Consiglio regionale. Una corsa a sette che nell’ultima settimana non ha risparmiato colpi di scena. Ma soprattutto una vertenza, quella dei pastori che chiedono il pagamento del latte a un euro al litro contro i sessanta centesimi attuali.

In corsa per la conquista dello scranno di Governatore sette candidati accompagnati da partiti tradizionali e liste civiche. A correre per il centrosinistra c’è il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Il primo cittadino del capoluogo, che corre con lo slogan #tuttaunaltrastoria, guida una coalizione compatta e formata da Partito Democratico, Campo Progressista, Leu e una serie di liste civiche, ha scelto di condurre la campagna elettorale tutta nell’isola, affidandosi al tradizionale ‘porta a porta’ e andando di piazza in piazza ma senza big nazionali. Un ritorno al passato e nel segno di quell’autonomismo che ha sempre caratterizzato la sinistra sarda.

Candidato del centrodestra, riunendo Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Psd’Az e liste civiche il senatore Christian Solinas. A sostenerlo i big nazionali: da Giorgia Meloni a Berlusconi continuando con Salvini e Giorgetti. Big anche per il candidato del Movimento 5 stelle Francesco Desogus che, negli ultimi giorni di campagna elettorale, non ha risparmiato critiche a Salvini proprio sulla questione del latte. In corsa poi anche Paolo Maninchedda, docente universitario ed ex assessore regionale alla guida del Partito dei sardi, formazione indipendentista. Ad aspirare alla carica di presidente anche l’ex governatore Mauro Pili con la formazione Sardi e Liberi che segue la linea sovranista indipendentista. A seguire la strada dell’indipendenza anche Andrea Murgia, economista che guida la lista Autodeterminatzione. Con Sinistra Sarda si candida, invece, Vindice Lecis.