Quei Puigdemont
di casa nostra
Se non fosse per i possibili (speriamo di no) risvolti drammatici della crisi catalana, si potrebbe annoverare tranquillamente la figura di Carles Puigdemont tra quelle della nostra seconda repubblica. Almeno della sua fase più recente. Uno strano mix tra il ministro Angelino Alfano e il padrone dei Cinquestelle Beppe Grillo. Può apparire una somiglianza sorprendente ma a leggere ora l’uno ora gli altri si vedrà che non è così campata in aria.
“L’indipendenza è una scelta giusta, ma dobbiamo rinviare, aspettare il momento opportuno”. Se si sostituisce la parola indipendenza con la parola ius soli, ecco spuntare il nostro ministro degli Esteri. Naturalmente il contatto tra le vicende si ferma qui, perché a separare le due battaglie c’è un abisso. La prima è mossa dagli interessi egoistici della più ricca regione della Spagna che rompendo ogni patto di solidarietà, non vuole più condividere con il resto del Paese le sue tasse. La seconda, invece, ha per protagonisti gli ultimi degli ultimi, i bambini degli immigrati e il patto di solidarietà semplicemente non è mai esistito. Ma l’attendismo opportunista del capo del governo catalano non appare così distante da quello del nostro ministro degli Esteri.
Con Grillo invece c’è in comune un referendum. A Barcellona quello per l’indipendenza, qui quello minacciato per uscire dall’euro. Quante volte l’ex comico ha tuonato contro la moneta unica, quante volte ha annunciato – con i 5 Stelle al governo – una grande consultazione popolare per tornare alla lira? A ben rifletterci, però, da tempo se ne parla sempre meno. Probabilmente gli amici imprenditori e del mondo della finanza dei Casaleggio hanno fatto sapere agli aspiranti governanti grillini che con i soldi è meglio non scherzare troppo. Un po’ come le banche e le imprese pronte a dirottare da Barcellona a Madrid i loro capitali e le loro sedi: una minaccia, si dice, che ha molto impressionato il presidente Puigdemont.
Naturalmente le somiglianze lasciano il tempo che trovano, ma un dato politico è innegabile: la perdita di senso di responsabilità da parte delle classi dirigenti. È accaduto in Gran Bretagna con Brexit, accade in Catalogna e in altre parti d’Europa. Si compiono scelte impegnative, spesso pesantissime, senza pensare alle conseguenze, è sempre più scarsa la capacità di governare i fenomeni. Ma questa e un’altra storia, immensamente più grande delle figure di un Puigdemont, di un Alfano, di un Grillo.
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