Quei ceti medi inquieti che la sinistra ha regalato alla destra

Lo sappiamo. La destra ha vinto perché questa sinistra è bloccata. Non pervenuta. Senza alfabeto. Alleanze. E oggi paralizzata in un gioco consociativo di figurine e figurone. Niente congresso con delegati. Esito scontato e cooptazione. A chi volete che interessi questo piccolo grande fratello? E mentre quelli a destra sfornano leggi e decreti ben mirati, ad un blocco sociale ben preciso che poi mutatis mutandis fu base sociale del fascismo regime reazionario di massa?

Sinistra, destra, ceti medi

Prendete la questione dei piccoli avvocati, precari. Senza minimi. Usati come stracci dai grandi studi e dalle grandi imprese. Magari a fare i garzoni. Ecco che Meloni tira fuori una legge passata subito alla Camera sui minimi compensi. Di cause e contrattini. Sollevando alti lai dei padroni dei mega studi legali. Ecco. Per la destra gli avvocaticchi giovani. O gli operai. Su cui la sinistra dal suo canto è imbelle e incapace di proporre e legiferare, oppure lo fa male e a singhiozzo. Altro esempio: piccole partite IVA. La destra le ha privilegiate. Con il forfait al 15 per cento fino a 85 mila euro. E oltre. Si sa. Evadono. Ma non ci si può solo indignare.: sono ossatura di commercio, lavoro atipico, piccola impresa. Milioni di soggetti, incluse le famiglie e i dipendenti. Capitalismo molecolare ed economia dei distretti. Tradizione e innovazione. Bisognerebbe fare un patto con questi ceti. Spingerli se possono ad assumere, a versare contributi per salute in casse mutue assicurate. Controllare i loro versamenti INPS oltre che Irpef (veritiera che sia o meno). Battersi per il lavoro stabile e non finto IVA. Oppure. La questione degli stabilimenti balneari. I gestori devono pagare il giusto. Bisogna fare studi di settore. Mettere all’asta le concessioni di chi evade o non paga il giusto. Ma è improvvido levare peana alla concorrenza per piccoli stabilimenti familiari che hanno investito risorse e soddisfano una domanda popolare fidelizzata e soddisfatta. Per dare campo libero a mega palestre multinazionali che accorpano pezzi di litorale e supermarket, con superdiscoteche e prezzi ancor più alti.

E ancora: chioschi e taxi. Certo disboscare monopoli e pastette tipo Tredicine a Roma con le caldarroste. Ma bisogna difendere le aziende familiari. E combattere Uber, allargando però le licenze del trasporto pubblico privato. Risarcendo chi dismette. E infine c’è l’efficienza energetica: un conto è aggiornare il catasto e far pagare la giusta rendita catastale. Altro è stangare i piccoli proprietari che pagano mutui e fanno sacrifici, con lavori ecologici individuali (e non quelli di condominio finanziati) a carico dei titolari degli immobili. Su tutto questo la destra marcia e fa festa. In nome del ceto medio tartassato. Mentre la sinistra tace o asseconda la tecnocrazia Ue e l’alta borghesia progressista. Il che alimenta l’odio anti progressista e il populismo.

In conclusione possiamo dire: c’erano una volta Togliatti e il Pci. Che parlavano di ceto medio ed Emilia Rossa. Ma tutto questo non c’è più. E così l’Italia priva di certi rifermenti di analisi, rischia di diventare  sempre più di destra.