Gli interessati alchimisti che vogliono mutare l’uguaglianza in suprematismo

Per secoli gli alchimisti hanno manovrato alambicchi nel tentativo di trasformare il piombo in oro, ossia di cambiare il significato della sostanza. Il loro fallimento sembra oggi vendicato dall’alchimismo della semantica, che ha scoperto l’ingrediente chiave per modificare il significato della sostanza: l’aggettivo.

Vogliamo però concentrare l’attenzione su un tipo particolare di alchimista, colui che opera a corte: non lavora su ordinazione, sa interpretare e capire cosa serva al suo signore. Far crescere i capelli ai calvi, far passare l’itterizia, scacciare li mali humori, e all’occorrenza manipolare il significato della sostanza e scambiare il bene col male e il male col bene in base alle necessità del potere. L’aggettivo è la sua più potente formula magica.

Diego Fusaro sembra il perfetto prototipo di capo-alchimista. No, non stiamo parlando del solito filosofo da baraccone, ma del vero grande alchimista. Qualcuno ci si è messo di buzzo buono a smontare le opere di Fusaro1: fatica inutile, perché la sua notorietà non viene dai libri, ma dalle comparsate video-televisive: quelle pillole di filosofia da studente liceale preparatosi su Google, mescolando concetti economici, idealismo tedesco e filosofia greca, aggregati in base a parole chiave, il tutto infarinato in supponente retorica estetizzante. A cosa si deve il successo di queste noiose orazioni? Si deve al fatto che l’oratore, che ad ogni passo si proclama iper-marxista, viene promosso da pulpiti marcatamente anticomunisti, dal Giornale, alle reti Mediaset, a Radio Padania. Outlet che hanno messo al bando qualsiasi cosa che avesse un richiamo marxista o anche un vago sapore di sinistra, se non per metterlo in ridicolo, e ora ospitano approvante compiacenza i suoi sproloqui. Talvolta i mandanti la dicono lunga sugli scopi dei prestatori d’opera.

Il motivo di tanto supporto c’è ed è ben chiaro: l’alchimista usa le sue citazioni marxiane come una mazza chiodata per distruggere tutto ciò che ha a che fare con la sinistra e con il marxismo. L’ “ultra-marxista” Fusaro vende merce avariata, cita Marx mettendogli in bocca l’idealista Hegel (2) cita Gramsci mettendogli in bocca il fascistissimo Gentile (3). E la sua arma segreta sono gli aggettivi. Un esempio? Il pensiero unico. Basta citarlo per identificarsi nella sinistra radicale e antiglobalista.

Infatti il pensiero unico è il concetto sviluppato da Ignacio Ramonet per criticare l’accettazione dei dogmi neoliberalisti. L’alchimista se ne appropria come esca perfetta per attirare tanti pesciolini, ma vi aggiunge l’affilato amo, un piccolo aggettivo: politicamente corretto. E il pensiero unico del neoliberismo diventa il pensiero unico politicamente corretto. Ossia, il cuore del pensiero unico non è più nelle diseguaglianze su scala planetaria, ma al contrario, si nasconde nei principi etici in base a cui il più debole non va discriminato e va protetto dal più forte (4). Allo stesso modo, se il capitale è globale, il cosmopolitismo diventa capitalistico (5), quindi che si osanni la nazione (6).

In realtà l’alchimista di corte non ha inventato nulla: l’aggettivo come ingrediente poderoso per cambiare il significato della sostanza è stato già inventato e messo in pratica a suo tempo dal signor Adolf Hitler quando ha aggiunto “nazionale” al socialismo, creando il nazionalsocialismo. Ma se quello fu un caso, ora l’aggettivo diviene arma totale, per sganciare uno per uno tutti i valori della sinistra e del movimento marxista: la solidarietà, l’emancipazione dalle strutture tradizionali del dominio come stato e famiglia.

Perché i nuovi (e vecchi) poteri danno tanto credito a Fusaro? Ognuno per motivi diversi, ma tutti concreti e immediati: Mediaset si ripropone semplicemente mazziare la sinistra e i suoi valori ogni volta che può, il Movimento Cinque Stelle vi trova una qualche conferma teorica alla sua bislacca ideologia di superamento di destra e sinistra, e la Lega di Salvini spera di razziare a man bassa tra la base confusa di una sinistra sconfitta, traghettando quanta gente può sull’altra sponda, dopo averla convinta che la lotta di classe si dispiegherà sotto le gloriose insegne dell’indomita nazione italica.

L’idea deve essergli venuta dal fatto che nei confusi anni passati si è visto un avvicinamento di alcune frange marginali alla destra, in nome dell’antimperialismo (soprattutto nel caso di regimi poco presentabili come la Siria di Assad o la Libia di Gheddafi). Ma si trattava di pochi sparuti gruppi senza seguito e soprattutto si trattava di un espediente meramente tattico: tra destra e sinistra resta divisione sostanziale tra universi di valori incompatibili, uguaglianza-solidarietà verso egoismo-suprematismo.

Di questa divisione si occupano ora gli aggettivi. Aggettivi sparsi come sale sulle ferite di mille sconfitte, sulla rabbia compressa per i mille abbandoni. Dopo aver abbagliato l’obiettivo con suadenti citazioni marxiane (vere o presunte) gli aggettivi si incaricano di rovesciare i valori dalla solidarietà alla legittimità dell’egoismo, dall’uguaglianza al suprematismo. E così, in un tripudio di aggettivi, la sinistra diventa intellettuale, benestante globalista, e ultra-capitalista (7) mentre la destra è operaia (8). Non si tratta di insulti gettati a casaccio, ma di una sottile e fondamentale traslazione. Chi non ha conosciuto un benestante di sinistra? Chi non è rimasto una volta infastidito da un intellettualino progressista da salotto? Il trucco è estendere per magia il singolo caso a un intero pensiero facendone legge generale: chiunque sia di sinistra è necessariamente benestante globalista, e ultra-capitalista (e ovviamente ipocritamente buonista). Oppure è caduto nell’errore, credeva di essere di sinistra, ma può essere salvato, perché in realtà è sanamente di destra, virilmente proletario e per fortuna sanamente razzista.

Si tratta, gratta gratta, del falso sillogismo, ossia un ragionamento strutturalmente valido ma concettualmente fuorviante: gli struzzi sono bipedi, anche io sono bipede, quindi io sono uno struzzo. Il radical-chic è di sinistra, io sono di sinistra, quindi io sono per forza radical-chic. E’ ovvio che il radical-chic sia di sinistra, altrimenti sarebbe solo chic: il concetto di radical-chic è stato usato proprio per denotare l’assurdità e l’incompatibilità di certi comportamenti. E’ un concetto nato per connotare una strutturale eccezione. Invece, seguendo il ragionamento si è portati a pensare l’eccezione sia la norma e la norma eccezione, che io sia uno struzzo e che tutta la sinistra radical-chic.

E chic diventa anche il femminismo, per altro niente più che un maschilismo declinato al femminile (9), anzi, no, peggio: espressione di una società femminilizzata a capitalismo edonistico integrale, che vuole distruggere la virilità del proletariato (10). Eccoti impacchettato il rovesciamento: proletariato maschio e virile, capitalismo molle ed effeminato (quindi, ovviamente, femminista). La salsa bruna certo non manca.

In base alla stessa magia, i migranti che vengono sfruttati nei campi di pomodori del Meridione non sono proletariato, ma schiavi post-identitari, quindi senza coscienza di classe, quindi lo strumento finale per “annientare la residua forza organizzativa dei lavoratori e abbassare drasticamente i costi del lavoro” (11).

Attenzione ai dettagli, non ci sono solo le teorie di Maltus (messe impropriamente in bocca a Marx) ma c’è un invisibile aggettivo che scivola via tra le parole, eppure denso di significato: gli africani sono privi di coscienza di classe in quanto sono “post-identitari”, ossia privi dell’identità delle radici. La coscienza di classe, insomma, non viene dalla condizione sociale, ma dall’identità razziale, possibilmente bianca. Due secoli di internazionalismo marxista rovesciati in un colpo di bacchetta. Fino a dare credito alla teoria complottista della “sostituzione di massa mediante le quali i signori del globalismo stanno rimpiazzando le popolazioni europee” con le orde africane (12), il famigerato piano Kalergi (13), la più incredibile bufala nazi-suprematista.

Verrebbero in mente i Protocolli dei Savi di Sion, il falso utilizzato per giustificare lo sterminio degli ebrei, ma niente paura, tra gli ingredienti dell’alchimia c’è anche il complotto demo-pluto-giudaico-massonico, incarnato nella figura di Soros (14). Di cui ovviamente sono parte i potenziali oppositori, e perfino la società civile: “Diciamolo apertamente e senza ambagi: occorre essere contro le cosiddette “associazioni non governative”. Senza se e senza ma. Dietro la filantropia con cui esse dichiarano di agire (diritti umani, democrazia, salvataggi delle vite, ecc.) si nasconde il nudo interesse privato del capitale transnazionale sorosiano” (15). Sic.

Abbiamo notizie frammentarie di come funzionano le fabbriche di fake news e le fattorie dei troll, sappiamo solo che ogni potere locale, nazionale, regionale o globale, finanzia e organizza le sue armate. Non sappiamo chi sono, né come combattono, né tantomeno quali siano le regole d’ingaggio, ma le vediamo agire in modo apparentemente coordinato. Il signor Fusaro Diego può essere un mero fenomeno da baraccone mediatico, nell’ultimo ventennio ne abbiamo visti di ben peggiori. Ma non opera da solo: i suoi aggettivi non restano a fermentare nel mix trash televisivo, ma vengono impacchettati e sguinzagliati da decine di siti e centinaia di pagine Facebook, le stesse che confezionano false notizie, per seminare e alimentare l’odio. Un intero esercito di alchimisti apprendisti. Ognuno di loro aggiunge i suoi aggettivi, più o meno raffinati, o magari una bella citazione di qualche rispettato (e doverosamente defunto) intellettuale, inventata di sana pianta, sempre sulla falsariga dell’alchimista capo16. Chi salva i migranti che affogano è bollato con l’aggettivo “negriero”: non servono più le prove, poiché una volta definite come negriere, le ONG sono necessariamente in combutta con i trafficanti, non salvano vite ma fanno mero commercio di schiavi. Per soldi ovviamente, e per attuare il piano Kalergi di sostituzione razziale dell’Europa.

Secondo la leggenda, l’apprendista stregone scatena eventi più vasti e devastanti di quel che lui stesso sia in grado di immaginare. Ed è così: le incursioni a caccia di sinistrati della sinistra porteranno ben pochi volontari all’inquadramento nelle milizie del razzismo, ma la confusione generata sul contenuto dei valori fondamentali rischia di fare danni ben più vasti. Avvelenare i pozzi del deserto può portare poco bottino, ma il danno resta incalcolabile.

A dire il vero, quei pozzi sono stati praticamente disseccati da un ventennio di cedimento della sinistra di governo europea al diktat neoliberista, prima subìto, poi fatto proprio. Da Blair a Renzi, la sinistra di governo si è resa corresponsabile di una sostanziale redistribuzione del reddito ai danni dei lavoratori e dei ceti più poveri, un tradimento della sua mission che difficilmente la sinistra riuscirà mai a farsi perdonare.
Ma qui parliamo di qualcosa di ben più vasto. Parliamo del conflitto sostanziale tra uguaglianza-solidarietà ed egoismo-suprematismo, se stare dalla parte del più forte o dalla parte del più debole. E’ una scelta che ciascuno può fare solo se questi valori sono ben chiari. Se il loro significato sfuma e si inverte, se tutti i pozzi sono avvelenati, non c’è più scelta possibile, se non seguire come tanti topini la musica e gli aggettivi di un pifferaio magico.

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(1) Marco Santopadre, Cosa abbiamo fatto per meritarci Diego Fusaro? http://contropiano.org/interventi/2015/04/08/cosa-abbiamo-fatto-per-meritarci-diego-fusaro-030107
Raffaele Alberto Ventura, Che cosa abbiamo fatto per meritarci Diego Fusaro?
http://www.minimaetmoralia.it/wp/che-cosa-abbiamo-fatto-per-meritarci-diego-fusaro/
(2) Diego Fusaro, Ripartiamo da Aristotile e dalla comunità solidale , Il Primato Nazionale, 10 maggio 2018, https://www.ilprimatonazionale.it/senza-categoria/ripartiamo-da-aristotele-e-dalla-comunita-solidale-85062/
(3) Fusaro, Antonio Gramsci. La passione di essere nel mondo, Feltrinelli, 2015
(4) Nessun dubbio che anche il politicamente corretto sua stato abusato e perfino ridicolizzato dai suoi sostenitori più schematici, ma l’attacco al politicamente corretto nasconde – e pure male – il rifiuto dei valori etici. Un rifiuto la cui conseguenza è sempre risultata in massicce ingiustizie.
(5) https://twitter.com/DiegoFusaro/status/1013385889723179008
(6) https://www.youtube.com/watch?v=eBV7P-rET30
(7) Diego Fusaro, La fiction dell’antifascismo in assenza di fascismo, Il Fatto Quotidano, 11 febbraio 2018, https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/11/la-fiction-dellantifascismo-in-assenza-di-fascismo/4153040/
(8) https://twitter.com/DiegoFusaro/status/993734482791469057
(9) Diego Fusaro, Il femminismo è il maschilismo al femminile, 18 febbraio 2018, https://www.diegofusaro.com/maschilismo-al-femminile/
(10) Fusaro spiega l’attacco all’uomo maschio, Lo Specchio, 3 gennaio 2018, https://www.lospecialegiornale.it/2018/01/03/fusaro-guerra-dei-sessi-attacco-alluomo-maschio-donne-due-volte-schiave/
(11) Diego Fusaro, Migranti, il capitale deporta i nuovi schiavi per sostituirli al popolo europeo, Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2017, https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/20/migranti-il-capitale-deporta-i-nuovi-schiavi-per-sostituirli-al-popolo-europeo/3867637/
(12) Diego Fusaro, Migranti, il capitale deporta i nuovi schiavi per sostituirli al popolo europeo, Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2017, https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/20/migranti-il-capitale-deporta-i-nuovi-schiavi-per-sostituirli-al-popolo-europeo/3867637/
(13) Diego Fusaro, Kalergi lo sapeva: stanno sostituendo i popoli europei coi migranti, Lettera43, 13 giugno 2017, https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2017/06/13/kalergi-lo-sapeva-stanno-sostituendo-i-popoli-europei-coi-migranti/211391/
(14) Diego Fusaro, Vi presento George Soros, esponente della classe dominante globalista-finanziaria, https://www.youtube.com/watch?v=T8SD8Otlrt0&sns=tw
(15) Diego Fusaro, Immigrazione: rovesciamo la narrazione dominante, Il Primato Nazionale, 21 giugno 2018, https://www.ilprimatonazionale.it/la-ragion-populista/fusaro-immigrazione-rovesciamo-la-narrazione-dominante-87859/
(16) La rete rossobrunista che su Facbook collabora nel rilancio di post di sapore fusariano è stata messa a nudo da Wu Ming in occasione della pubblicazione di citazioni chiaramente false del rivoluzionario africano Samora Machel e Pier Paolo Pasolini, vedi: Wu Ming, Una frase di Samora Machel contro l’immigrazione impazza sui social. È un falso. Chi l’ha inventata di sana pianta e perché, 29 giungo 2018, https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/06/samora-machel-immigrazione/ e Wu Ming, (Nessuna) Pietà per la nazione che crede alle bufale su #Pasolini, 6 luglio 2018, https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/07/pieta-per-la-nazione/