Perché il David censurato in Florida parla alla libertà di tutti

E’ la pietra dello scandalo. Ma è una pietra molto, molto particolare. E’ antica, con più di 500 anni, e all’origine era anche un po’ rovinata. Poi, un venticinquenne Michelangelo Buonarroti, su incarico del Comune di Firenze, si è messo a dare martellate, con sudore ed ingegno, e un po’ alla volta da quella pietra è emerso il David, in tutta la sua scandalosa magnificenza.

Adesso, a Tallahassee, antico insediamento degli indiani Apalachee e prima capitale della Florida, una professoressa di storia dell’arte è stata licenziata, o indotta alle dimissioni, perché la sua lezione sul David ha fatto scandalo. O meglio, ha suscitato la reazione scandalizzata di alcune famiglie dei suoi allievi.

Una famiglia, in particolare, ha considerato quel giovane gigante di pietra, nudo e corrucciato, un’opera “pornografica” e la professoressa ha dovuto dimettersi. Si potrebbe dire: chi se ne frega di Tallahassee, così oscura e lontana da noi. Potremmo arroccarci, con un po’ di sussiego, nella nostra storia, alle nostre “pietre”, nella nostra cultura classica, senza curarci di loro, eppure non è così.

In questo mondo globale tutto arriva ovunque in pochi istanti e più che mai un battito di ali di farfalla può creare un uragano dall’altra parte del mondo. Questo piccolo scandalo, da qualsiasi parte lo si guardi, sia con gli occhi di quel paio di famiglie che si sono ribellate alla lezione della professoressa di storia dell’arte, sia con i nostri occhi, che sono – più o meno distrattamente – colmi delle meraviglie dell’arte che ci circondano, forse ci sta dicendo dove stiamo andando o piuttosto dove è meglio non andare.

Un pretesto per riscrivere la storia

Quella piccola e lontana scuola privata della Florida, con i genitori che fanno pressione sul preside perché non sono contenti dell’insegnamento di una professoressa, non inizia a rassomigliare alla nostra scuola, dove i docenti vengono addirittura picchiati se non danno un buon voto ai nostri figli? Siamo sicuri che, prima o poi, magari con l’autonomia differenziata che alcune Regioni vorrebbero acquisire anche nel campo dell’istruzione, i programmi scolastici non verranno costruiti “ad usum delphini”, per non far arrabbiare genitori troppo indulgenti o esigenti?

Se la “sinistra” americana si è messa ad abbattere statue sgradite di generali sudisti, confederali, segregazionisti e schiavisti, durante la guerra civile (1861-65), non rischiamo anche noi di riscrivere la Storia, per esempio della Resistenza, a partire dell’eccidio delle Fosse Ardeatine da parte dei nazifascisti (24 marzo 1944)?

Teniamoci stretta, allora, la nostra vecchia scuola pubblica, che possiamo migliorare, a condizione che l’insegnamento dell’arte e della scienza siano libere (art. 32 della Costituzione), e soprattutto sia aperta a tutti, che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, possano raggiungere i più alti gradi di istruzione (art. 34 Costituzione). E guardiamo negli occhi, con affetto ed ammirazione, quel David meravigliosamente scandaloso.