Per quei 117 migranti morti in mare la vergogna ricadrà su di noi
Negli anni di scuola, quando il manuale di storia ci metteva davanti le tragedie del ventesimo secolo – l’impressionante quantità di male collettivo prodotto –
E per questo qualcuno, fra venti, trent’anni, fra mezzo secolo, studiando su un manuale scolastico il secondo decennio del ventunesimo secolo avrà domande molto facili e molto inquietanti. Com’era possibile che 117 esseri umani morissero in mare se c’era tempo per salvarli? Com’era possibile che esseri umani fossero lasciati alla deriva per ore, dieci ore di contatti telefonici a singhiozzo, mentre un gommone imbarca acqua e – leggo dalle cronache – «uomini e donne aspettano i soccorsi che non arrivano, con dodici bambini che sembrano quasi inerti». La Libia non risponde? Gli Stati europei ignorano? Il ministro dell’Interno italiano dice di non sentirsi colpevole? Chiamata di emergenza, silenzio, scaricabarile. Nessuno dunque è o si sente colpevole.
E così nel 2019 appena cominciato sono morte già quasi duecento persone. Duecento persone di cui presumibilmente non sapremo, né ricorderemo, i nomi, le storie. Qualcuno allestirà per loro, in futuro, giornate della memoria? E la vergogna ricadrà su noi umani al sicuro nel secondo decennio del ventunesimo secolo. Non c’è alcun discorso politico-logistico-diplomatico
Gli umani parlavano così. E intanto lasciavano correre il contatore delle vittime sacrificali: immolate a quale grande e risolutivo disegno? Immolate a quale effettiva strategia comune? Immolate al niente – come si può ben vedere, e come vedevano milioni di umani al sicuro nel secondo decennio del ventunesimo secolo. E pur vedendo, lasciavano morire i loro simili in mare aperto, nelle notti di inverno. Riuscendo ad autoconvincersi, per di più, che non ci fosse niente da fare, che niente si potesse fare, se non insistere su una inderogabile “linea dura”. Quella del silenzio, dell’ipocrisia e dell’indifferenza, anche. Perché non solo ci appare sempre meno drammatico e sempre più “naturale” questo macabro conteggio di morti in mare. Il fatto è che lo stiamo considerando il male minore. Davvero è un male minore? Rispetto a cosa? E in
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