Per la Casa delle Donne
Zingaretti in campo
contro la sindaca Raggi

Casa delle Donne: Zingaretti sfida Raggi. La giunta della Regione Lazio “dichiara la Casa Internazionale delle Donne sito di rilevante interesse pubblico per il suo significato di testimonianza attiva e di concreto servizio sociale e culturale offerto a tutte le donne di Roma e del Lazio”, in risposta alla decisione del Comune di Roma, arrivata a fine luglio, di sfrattare le donne da via Lungara.

Un bel conflitto istituzionale. Regione Lazio versus Comune di Roma.

E poiché il Comune non parla nei sui atti di problemi di “controllo” sull’autonomia delle associazioni che gestiscono la Casa – che è il timore profondo di tutti coloro che stanno seguendo questa vicenda – ma ne fa solo una questione economica, la Regione risponde euro su euro. La giunta straordinaria della Regione ha infatti anche deciso di “misurare l’impatto sociale delle prestazioni rivolte a circa 30.000 donne ogni anno, rese a titolo del tutto gratuito dalla Casa Internazionale delle Donne, al fine di quantificarne il valore economico”. Un bel sostegno alla causa delle associazioni di donne, che nella trattativa con il Comune chiedevano appunto che venisse riconosciuto il valore (economico) del ruolo sociale della Casa, così come era iniziata la trattativa ai tempi del sindaco Marino.

A questo punto, dice la Regione, “le istituzioni che mettono parte del proprio patrimonio immobiliare a disposizione di realtà come la Casa Internazionale delle donne, grazie a questa delibera, se vorranno, potranno ricorrere ad una metodologia rigorosa di computazione nei canoni di utilizzo degli immobili del valore dei servizi erogati”. Se vorranno, certo. Ma l’alternativa è “non volere”, e poiché dalle parti del Comune si dichiara che il problema è solo burocratico, la sindaca Virginia Raggi dovrà pur spiegare il suo reiterato no.

La giunta di Zingaretti dà anche un’altra stoccata: “La Casa Internazionale delle Donne – è scritto nel comunicato – è da anni un presidio unico nel suo genere grazie anche alla presenza delle tante associazioni del movimento delle donne. Svolge con continuità un’opera meritoria di contrasto al razzismo e alle discriminazioni, e di sostegno alle donne in difficoltà”.

Dopo aver raccolto la solidarietà delle donne e degli uomini di tutta Italia, dopo aver avuto l’appoggio di decine di personalità dell’arte e della cultura, adesso a muoversi per la Casa internazionale delle Donne, un patrimonio e un simbolo di noi tutte e tutti, sono le donne e gli uomini delle istituzioni, al di là delle appartenenza politiche: così il “gruppo di ex assessore e consigliere” che nei giorni scorsi hanno scritto a Raggi e alle donne elette nell’assemblea capitolina, sono quelle delle maggioranze e delle opposizioni che “prescindendo dalle appartenenze politiche”, negli anni delle giunte Rutelli sostennero “con convinzione la lotta delle donne per la realizzazione della Casa internazionale delle donne a via della Lungara, convinte del valore politico, sociale e culturale e della necessità di un luogo pubblico autogestito da un consorzio di associazioni di donne di cui tutta la città e anche oltre, potessero usufruire. Insomma, un luogo ‘di e per tutte le donne’.”

“Eravamo allora, in Consiglio Comunale, un numero esiguo di donne rispetto ad oggi – prosegue la lettera aperta – ma coese e convinte nella realizzazione di progetti per le donne e per garantire loro autonomia, dignità e rispetto. Per promuovere una cultura per e delle donne. Così nacquero consultori, centri antiviolenza, case di fuga e tanto ancora, per offrire percorsi di libertà contro abusi e subalternità. Spesso queste strutture venivano realizzate ristrutturando patrimonio comunale inutilizzato, degradato e abbandonato da anni, restituendo alla città maggiori servizi di qualità altrimenti negati.

Questo impegno ha trovato ratifica e convalida da tutti i livelli istituzionali e amministrativi con un percorso innovativo che ha saputo coniugare, nel pieno rispetto delle leggi vigenti, le decisioni assunte dalle Istituzioni con la partecipazione dei movimenti delle donne”.

La lettera conclude: “L’attuale amministrazione ha ripetutamente dichiarato di stare dalla parte delle cittadine e dei cittadini: vi chiediamo di non tradire questo impegno in questa occasione perché Roma e le donne non lo meritano”. Le firme? Monica Cirinnà, Maria Coscia, Loredana De Petris, Ivana Della Portella, Fiorella Farinelli, Giusi Gabriele, Luisa Laurelli, Daniela Monteforte, Patrizia Sentinelli, Adriana Spera, Anna Teodorani, Daniela Valentini. Oggi come allora insieme “a prescindere dai partiti”.