Paolo Fresu, tre dischi e un festival
per i suoi sessant’anni “in jazz”

Il 2021 è l’anno, fra le altre cose, in cui ha compiuto sessant’anni uno dei musicisti italiani più impegnati, significativi, appassionati e bravi degli ultimi trent’anni e più.
Paolo Fresu ha spento le sue candeline in febbraio, quando l’anno di pandemia faceva il suo giro di boa e per i musicisti, gli artisti, così come per tanta altra gente nel mondo la situazione lavorativa rimaneva quanto meno assai precaria. Ma non è certo Paolo il tipo di persona che si ferma nella sua ininterrotta attività, svolta su molteplici fronti. Mentre, con la sua attivissima etichetta Tuk Music, consegnava alle stampe un elegante cofanetto di tre dischi per celebrare lo speciale compleanno, era già ampiamente avviato il programma della prossima edizione di Time in Jazz, il “suo” festival nella “sua” Sardegna.

Time in jazz, il festival jazz di Berchidda

Festival che esiste ormai da trentaquattro anni e che si svolge non solo nella sua regione di nascita, quanto specificamente proprio nella sua “casa”, dove ancora è la sua famiglia. Berchidda, tra Loguduro e Gallura, nord della Sardegna, è la sede deputata alla realizzazione di dieci giorni pieni di musica, teatro, cinema, letteratura, storia, raccontate dagli artisti ospiti e da quelli locali. Nelle piazze, nelle campagne, nelle chiese, nelle case, sul traghetto, o in luoghi speciali come l’Agnata, la casa di Fabrizio De Andrè non lontana da lì; il tutto in una atmosfera senza tempo, sospesa, magica, rilassata e piena di significati.

Un periodo trascorso lì, per tutto il Festival o per alcuni giorni è, per esperienza personale, davvero qualcosa di impagabile per lo spirito, soprattutto se si ama quella terra, e non solo per il suo mare tanto celebrato, ma anche per le tante storie che i sardi raccontano con i loro luoghi e le loro tradizioni.

Non solo Fresu. Anche Cohen, Concato, Berrill, De Leo…

Ci saranno incontri con autori per parlare dei loro libri sul jazz, proiezioni di film curate dal regista Gianfranco Cabiddu, esposizioni di fotografia, attività per bambini e ragazzi. Il tutto, come ogni anno, avrà un titolo particolare che ispirerà tutto il Festival, che quest’anno sarà “Stelle”, ispirato da Dante e dalla Divina Commedia. Naturalmente il programma dettagliato, facilmente reperibile, potrà soddisfare anche altre curiosità.
Fra le proposte più interessanti va segnalata comunque una serata dedicata a David Bowie, che in tema di stelle è un riferimento assoluto, avendo scritto e cantato l’indimenticabile “Starman” fra i suoi primi capolavori, per poi chiudere la sua parabola artistica e la sua stessa vita terrena con “Blackstar” nel 2016, il suo testamento.

Omaggio a David Bowie, il Duca bianco

E l’11 agosto, in una serata che si preannuncia molto particolare, Paolo Fresu con Petra Magoni alla voce ed un gruppo di grandi musicisti celebrerà il “Duca Bianco” con il concerto che sarà una emanazione live di uno dei dischi contenuti nel bellissimo “P60lo Fr3su” (Tuk Music). Un titolo che gioca con il suo nome, i suoi 60 anni ed i 3 dischi contenuti nella elegante confezione: un lavoro in trio di venti anni fa “Heartland” con David Linx alla voce, una recente incisione ancora in trio dal titolo “The Sun on The Sea” con Daniele Di Bonaventura e Jaques Morelembaum ed infine “Heroes”, il tributo a Bowie.

Il magnifico quintetto, quello con cui Paolo aveva cominciato il suo percorso musicale, quello più autenticamente e magnificamente jazzistico, era già stato celebrato qualche tempo prima con la riproposta di “WanderLust”, uno dei loro momenti migliori.
Time in Jazz 2021 potrà dunque essere, e non solo per gli appassionati di jazz, una delle occasioni che avremo nella prossima estate di riprendere contatto con la realtà, con la musica, con i luoghi, con i viaggi, con la bellezza, la bellezza delle tradizioni, della terra, della musica. Che siano, questa ed altre occasioni, viatico per una ripresa del vivere più pieno e comunicativo.