“Non più solo focolai”:
In Germania il virus
riprende forza
In Germania il Coronavirus sta riprendendo forza, e non a causa di focolai isolati, ma in modo diffuso in tutto il paese. L’allarme è stato lanciato dal professor Lothar Wieler, capo del Robert-Koch-Institut, l’ente ufficiale del governo federale per il monitoraggio della salute pubblica e la prevenzione delle malattie.
“Gli ultimi sviluppi dei casi di infezione – ha detto Wieler – destano in me e all’istituto molta inquietudine”. Fino a qualche settimana fa il numero delle nuove infezioni e dei decessi era chiaramente diminuito, “ma da alcuni giorni vediamo che il numero delle infezioni ha ripreso chiaramente a salire”.
Le sciocchezze di Sgarbi
Il caso ha voluto che l’allarme del RKI arrivasse proprio all’indomani dello sconcertante convegno negazionista che si è tenuto al Senato italiano, durante il quale Vittorio Sgarbi aveva dichiarato, tra l’altro, che “esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il Covid 19 come falso allarme globale”. Naturalmente il critico d’arte autoprestatosi alla politica si è guardato bene dal raccontare agli astanti dove abbia letto questo “rapporto ufficiale”, che, ovviamente, non esiste. L’unico documento dell’unica istituzione tedesca autorizzata a parlare a nome del governo dice esattamente il contrario: il Covid non è un falso allarme, ma un pericolo che sta rimontando, almeno in Germania.
Dal monitoraggio continuo che il RKI effettua sull’andamento dell’epidemia emerge infatti quella che gli esperti temono possa essere una disastrosa inversione di trend. Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio all’istituto venivano segnalati all’istituto una media di 300-500 casi al giorno. Venerdì della scorsa settimana, ha riferito la virologa Ute Rexroth, i casi segnalati sono stati 815. “Questo dato – ha detto – ci inquieta molto”.
Che il numero delle infezioni abbia avuto un’impennata nelle ultime due o tre settimane, con una punta di 3611 nuovi casi accertati negli ultimi sette giorni, è stato ribadito anche dal professor Wieler, il quale ha anche spiegato come sia pericolosamente mutato anche l’andamento generale del fenomeno. Prima di questi aumenti – ha spiegato – avevamo a che fare con focolai di infezione anche gravi ma comunque isolati, sui quali potevamo intervenire concentrando le misure sanitarie. Da fine giugno – inizio luglio, invece, gli aumenti dei casi sono diffusi sul territorio: prima di allora erano più di 150 i Landkreise (distretti territoriali) che nell’arco di una settimana non denunciavano alcun caso. Ora sono scesi a 95. Una mappa della presenza del virus su tutto il territorio federale, diffusa ieri dall’istituto, mostra bene questo preoccupante andamento: le zone più colpite sono il distretto di Dingolfingen-Landau, in Baviera, dove il rate dei contagi è di 191,23 casi ogni 100 mila abitanti, seguono i distretti urbani di Solingen, in Renania, e di Weimar, in Turingia, e gran parte dei distretti lungo il Reno, dal confine con i Paesi Bassi alla Renania-Palatinato. Ci sono ancora regioni in cui il numero dei casi è ancora azzerato, ma dei 18 Länder della Repubblica nessuno è a contagio zero.
Si è allentata la guardia
Secondo il professor Wieler c’è una sola spiegazione per questa ripresa della virulenza dell’infezione: l’allentamento delle misure di sicurezza. “Le persone non si attengono più alle regole” e in generale c’è una certa ingiustificata rilassatezza la quale fa sì che le persone non rinuncino più a feste, cerimonie o altre occasioni di assembramento. “Così vediamo che diversi piccoli focolai si verificano contemporaneamente in luoghi diversi e con una frequenza crescente. Dobbiamo stare molto attenti all’eventualità che questi focolai determinino una ripresa generalizzata dell’infezione”. Un pericolo che, secondo i dati del Robert-Koch-Institut sarebbe già attuale.
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