Nella legge di bilancio anche un segnale rassicurante alla mafia
La legge di Bilancio 2019 imposta al Parlamento con violenza liquidatoria, purtroppo conferma l’attitudine di questo Governo a mandare segnali rassicuranti alla mafia.
Prima di procedere però devo fare una precisazione. Uso volutamente il termine “mafia” al singolare non soltanto perché le più recenti evidenze giudiziarie ci confermano un’ordinaria capacità delle tradizionali organizzazioni mafiose di fare alleanza soprattutto nei momenti decisivi, ma perché, come ha dimostrato l’inchiesta “mafia capitale”, dobbiamo imparare a riconosce il modo mafioso di organizzare l’attività criminale, cioè il 416 bis, anche in quei fenomeni di delinquenza che non originano negli storici sodalizi mafiosi. Sì: il modo mafioso di fare crimine ha tracimato, ha fatto scuola, ha contaminato anche un certo modo di fare politica. Quindi “mafia”.
Nella legge di Bilancio per il 2019 i segnali più preoccupanti sono l’innalzamento fino a 150.000 € della soglia entro la quale i Comuni potranno procedere per affidamento diretto, in barba ai principi fissati nel Codice dei contratti pubblici approvato nella scorsa Legislatura, il passo indietro sui grandi evasori fiscali, minacciati soltanto a colpi di tweet e l’assenza di nuove misure per potenziare la sicurezza digitale, vero terreno di espansione del crimine mafioso.
Ma queste misure riflettono l’andazzo.
Con il cosìddetto decreto “sicurezza” non soltanto si sono gettate le basi per gonfiare a dismisura la presenza di invisibili sul nostro territorio, che saranno più facilmente ingaggiati dai criminali, ma si è prevista la possibilità di vendere all’asta ai privati i beni confiscati ai mafiosi, attraverso un meccanismo che dovrebbe impedire ai mafiosi medesimi di ricomprarseli, se non fosse tanto eludibile da essere grottesco.
L’Italia ha finalmente ratificato il Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi, dopo una battaglia politica durata oltre 4 anni, ma tutti coloro i quali si aspettavano un impegno risolutivo da parte dell’Esecutivo nel far tornare i latitanti che in quel Paese svernano sereni da anni, sono rimasti delusi: nulla si sta muovendo.
Il Senato ha approvato una riforma del 416 ter incostituzionale e pericolosa: il reato di voto di scambio tra politico e mafioso sarà giustiziabile soltanto se sarà provato che al politico fosse nota l’appartenenza alla organizzazione mafiosa dell’interlocutore, ovvero che questi fosse condannato per mafia (ovviamente in tre gradi di giudizio). Diabolico! Il fatto che lo stesso Procuratore Antimafia Cafiero De Raho abbia segnalato il rischio è passato sotto silenzio, travolta la voce del Procuratore, dalla rutilante retorica del Senatore Giarrusso.
La Commissione Parlamentare Antimafia c’è ma non si sente, con un presidente 5 Stelle, Nicola Morra, letteralmente circondato da uomini e donne che direttamente o indirettamente rispondono a Berlusconi, a cominciare dalla vice presidente Jole Santelli, attualmente coordinatrice di Forza Italia in Calabria, grande amica di Scopelliti e per sua stessa ammissione fedele nei secoli a Berlusconi soltanto.
Nemmeno la puntuale e straordinaria denuncia contenuta nella relazione approvata all’unanimità dalla Commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana il 19 Dicembre è riuscita a destare dal torpore la Commissione nazionale, eppure in quella relazione si scrive a chiare lettere che l’intervento degli apparati statali non deve essere circoscritto al depistaggio successivo alla strage di Via d’Amelio, ma deve essere anticipato alla organizzazione stessa della strage. Roba da terremoto, soprattutto se queste evidenze si valutassero insieme a quelle che derivano dalla sentenza di primo grado del processo “trattativa”. Niente, non una parola!
I 5 stelle in tutto questo sono completamente assorbiti dal magnete Salvini, vera intelligenza nera della compagnia, per nulla allegra, che non perde occasione per stare “indagato tra gli indagati”, ci manca soltanto che condisca le sue intemerate col “me ne frego” e col “boia chi molla” per fare una piacere ai sodali fascisti di Reggio Calabria, che lo stanno sostenendo con tutto il loro entusiasmo.
Ma il segnale più devastante che questo Governo sta dando sul fronte del contrasto alla mafia è l’attacco all’Europa.
A parte Trump e Putin, soltanto due forze organizzate scommettono sul disfacimento dell’Europa: nazionalisti e mafiosi.
Basta ricordare gli omicidi di Daphne Galizia Caruana e di Jan Kuciak per avere la misura di quale sia la pervasività del potere mafioso in Europa e di quanto sia utile a questo potere un’Europa incapace di avere una giurisdizione integrata, un’intelligence integrata, una politica fiscale armonizzata. Auguro a me stesso e a tutti voi di essere capaci di custodire il sogno di Antonio Megalizzi e di trasformarlo in forza culturale e politica: niente è irreversibile, tutto può accadere, basta volerlo.
Sostieni strisciarossa.it
Strisciarossa.it è un blog di informazione e di approfondimento indipendente e gratuito. Il tuo contributo ci aiuterà a mantenerlo libero sempre dalla parte dei nostri lettori.
Puoi fare una donazione tramite Paypal:
Puoi fare una donazione con bonifico: usa questo IBAN:
IT54 N030 6909 6061 0000 0190 716 Intesa Sanpaolo Filiale Terzo Settore – Causale: io sostengo strisciarossa
Articoli correlati