Nel caos del covid
prosegue
il riarmo nucleare
Una serie di crisi regionali e l’imperversare della pandemia Covid-19 monopolizzano comprensibilmente l’attenzione dei mass media; ma poco si parla di una questione che dominava le preoccupazioni della diplomazia mondiale durante la Guerra Fredda: l’equilibrio del terrore fra le potenze nucleari. Infatti con la pandemia c’è chi perde (molti, contando anche i giovani disoccupati) e chi guadagna . E c’è anche chi prosegue il suo business as usual:
– i profitti previsti nel 2020 di 32 grandi aziende multinazionali ammonterebbero a circa 100 miliardi di dollari in più rispetto alla media degli ultimi quattro anni; saranno destinati per l’88% ai poveri azionisti;
– e poi i fabbricanti e commercianti d’armi, finanziati dai politici delle maggiori potenze mondiali. Politici che spesso si oppongono a disarmo e distensione.
Vediamo i fatti principali più recenti.
Russia e Stati Uniti hanno arsenali nucleari che potrebbero distruggere ambedue gli Stati e buona parte del resto del mondo. E negli ultimi decenni vari trattati hanno limitato tali arsenali; solo in un caso si è avuto il processo inverso, quando gli USA hanno denunciato il trattato INF* del 1987.
Si aggiunga che nel 2002 gli USA si sono ritirati da un altro importante trattato strategico, l’ABM (Anti-Ballistic Missile), che dal 1972 limitava i missili antimissile per assicurare la deterrenza, ossia evitare l’illusione che si potesse sferrare un primo colpo nucleare nella sicurezza di abbattere i vettori della rappresaglia nemica.
Il più importante trattato oggi in vigore è il New Strategic Arms Reduction Treaty (New START), che pone limiti, anche se piuttosto alti, alle forze nucleari strategiche**. Oggi è l’unico trattato ancora vigente in materia di disarmo nucleare. Spira nel febbraio 2021. Mosca e Washington potrebbero e dovrebbero estendere il trattato per altri cinque anni, avviare ulteriori riduzioni e proibire lo sviluppo di nuove armi. Quarantasette autorevoli esperti americani, russi ed europei hanno invitato Stati Uniti e Russia a procedere al rinnovo. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha fortemente esortato la Russia e gli Stati Uniti a raggiungere un accordo il prima possibile, sottolineando l’importanza dell’accordo per la sicurezza globale.
Ma due mesi fa è fallito anche il terzo round di colloqui fra russi e americani tenutosi a Vienna sul rinnovo del trattato. Il 10 febbraio 2020 Trump ha dichiarato: “Vogliamo l’arsenale nucleare più potente al mondo se Russia e Cina non scendono a patti”.
Mentre la trattativa langue, nuovi costosi progetti avanzano.
L’US Air Force sviluppa il programma ARRW, (Air-Launched Rapid Response Weapon), un vettore Lockheed Martin AGM-183°, un contratto da 480 milioni di dollari capace di raggiungere Mach 20 (circa 24.000 km/h), dopo una fase di accelerata con razzo booster seguita da una planata stratosferica; l’altissima velocità terminale ne farebbe un temibile avversario per le difese antimissile russe o cinesi.
L’US Army e la US Navy nel marzo hanno fatto il test di un veicolo ipersonico C-HGB (Common-Hypersonic Glide Body). L’appalto per la realizzazione del nuovo missile da rampa sotterranea Ground Based Strategic Deterrent è stato assegnato a Northrop Grumman, per la fantastica cifra di 13,3 miliardi di dollari; dovrà sostituire i vecchi ICBM Minuteman III; la previsione di entrata in servizio è il 2029.
La Russia sviluppa un nuovo tipo di armi offensive strategiche, le cosiddette armi strategiche esotiche: una di queste è lo IGLBGM Avangard (Intercontinental ground-launched boost-glide missiles); è lanciato da grossi razzi, ma anziché seguire una traiettoria alta, rientra presto nell’atmosfera e vi scivola e velocità supersonica. Altre sono un missile cruise Burevestnik e un siluro Poseidon a largo raggio (NTs), con alimentazione nucleare. Il test del cruise è fallito nell’agosto 2019, causando la morte di cinque scienziati.
Questa allucinante lista di portatori di morte è incompleta.
Sul versante opposto stanno le posizioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Già nel settembre 2013, con la Risoluzione A/RES/68/32, l’Assemblea Generale ha scelto la data del 26 settembre per celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari.
Più recentemente, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari è stato approvato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del luglio 2017. E’ il primo trattato internazionale per la completa proibizione delle armi nucleari; il renderle illegali può avviare un percorso verso la loro completa eliminazione. Dei 195 Stati potenziali partecipanti, 66 non hanno partecipato ai negoziati; tra questi si distinguono tutti gli stati con armi nucleari: Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord.
Le deliberazioni dell’Assemblea generale non hanno potere vincolante, tuttavia hanno un forte significato.
E un forte significato hanno le parole, nella Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco: “La pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere. […] In tale contesto, l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. […]. E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale [245] per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa.”
* Il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) Il trattato pose fine alla vicenda dei missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo: SS-20 sovietici e missili americani IRBM Pershing-2 e cruise BGM-109 Tomahawk. da installare a Comiso.
** Limiti per entrambe le parti: 1 500 tra testate e bombe nucleari, 800 vettori nucleari tra Missili Balistici Intercontinentali (ICBM), Sottomarini Nucleari Lanciamissili (SLBM) e Bombardieri Pesanti, 700 vettori nucleari tra Missili Balistici Intercontinentali (ICBM), Sottomarini Nucleari Lanciamissili (SLBM) e Bombardieri Pesanti.
Molte sono le armi nucleari tattiche, che non sono oggetto del trattato; l’arsenale americano tocca quasi 6200 testate e quello russo sta sulle 6800: circa un quinto del numero di testate che le due superpotenze avevano durante la Guerra Fredda, ma ancora abbastanza numerose .
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