Minaccia nucleare,
l’allarme
degli scienziati

L’invasione dell’Ucraina e gli incessanti bombardamenti su obiettivi civili a seguito della guerra scatenata da Vladimir Putin, hanno creato sconcerto, preoccupazione e sdegno in tutto il mondo. Anche il Consiglio Scientifico dell’Unione Scienziati Per Il Disarmo (USPID, https://uspid.org/OrganiDellUSPID.html) ha seguito con attenzione gli eventi e discusso in maniera approfondita la situazione. Al termine di una lunga riunione è stato emesso un comunicato che cercherò di riassumere nei punti essenziali. Quanto fossero interessati, possono trovate il testo integrale (in corsivo i brani citati in questa nota) sul nostro sito https://uspid.org/Documenti/AltriDocumenti/Archivio/UfficialiConsiglioScientifico/2022_03_15_Comunicato_USPID_Ucraina.pdf.

Ricordo che l’Unione Scienziati Per Il Disarmo “ha tra i suoi obiettivi statutari la risoluzione dei conflitti, l’eliminazione totale delle armi di distruzione di massa e la diffusione della conoscenza dei rischi reali di guerra ed in particolare della guerra nucleare.

Ribadendo il fermo rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie tra stati, “l’USPD condanna l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe e auspica l’immediato cessate il fuoco e il ritorno alla diplomazia, il dialogo e la negoziazione per la risoluzione del conflitto”.

Solidarietà all’Ucraina

Nel suo documento, l’USPID “esprime la propria solidarietà con il popolo ucraino, invita il governo italiano e la Comunità Europea a dare il massimo supporto per l’accoglienza dei profughi e gli aiuti alle popolazioni sotto attacco, e a mettere a disposizione le risorse necessarie per fronteggiare l’emergenza umanitaria. Esprime inoltre la propria solidarietà con tutti le cittadine e cittadini russi che protestano e si oppongono alla guerra in atto, e in particolare con le scienziate, gli scienziati, le giornaliste e i giornalisti scientifici russi che con grande coraggio in una recente lettera aperta hanno espresso la loro forte opposizione contro le ostilità lanciate dalla Russia nei confronti del popolo ucraino

La minaccia da parte di Putin di usare anche le armi nucleari ha creato sconcerto e profonda preoccupazione anche perché la stessa minaccia rappresenta di per sé un uso dell’arma nucleare. Ovviamente, questo non solo configura il rischio di una escalation nucleare del conflitto russo-ucraino, ma crea un pericoloso precedente che può spingere altri paesi a dotarsi di armi nucleari.” Anche se il Presidente Biden ha, fortunatamente, mantenuto una posizione cauta e di “raffreddamento”, continuo a pensare, personalmente, che i rischi di una escalation nucleare del conflitto siano molto alti.

Nel corso degli anni molte volte si è corso il rischio di una guerra nucleare, per errori e malfunzionamento dei sistemi di allarme e non è affatto escluso che in una situazione di alta tensione come l’attuale errori di calcolo strategico o decisioni folli portino ad un conflitto nel quale vengono usate le armi nucleari. Teniamo anche presente che circa un centinaio di armi nucleari tattiche americane (bombe a gravità B61-B) sono installate sul suolo europeo (Olanda, Belgio, Germania, Italia e Turchia). Le B61-B installate sul nostro territorio (a Aviano in provincia di Pordenone e a Ghedi in provincia di Brescia) sono di due tipi: a “singola chiave”, e a “doppia chiave”. Tutte queste armi potrebbero essere usate se, e solo se, l’ordine fosse dato dal Presidente degli Stati Uniti. Quelle a “singola chiave” verrebbero trasportate da aeri americani e quelle a “doppia chiave” da aerei italiani, qualora così decidesse il nostro Paese. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, che nel corso degli anni, i sistemi a “doppia chiave” hanno sollevato forti critiche da parte di alcuni membri del Trattato di Non Proliferazione del 1970 (TNP), che sostengono che questi sistemi di fatto violano l’Art. II del TNP (Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non produrre né altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, e a non chiedere né ricevere aiuto per la fabbricazione di armi nucleari o di altri congegni nucleari esplosivi.).Già nel 2008 (https://uspid.org/Documenti/AltriDocumenti/Archivio/UfficialiConsiglioScientifico/2008_05_CS.pdf) e nel 2021 (https://uspid.org/Documenti/AltriDocumenti/Archivio/UfficialiConsiglioScientifico/2021_03_27_Uspid_European_Nuclear_Weapons.pdf), il CS dell’USPID aveva approvato e resi pubblici due documenti nei quali si motivava nei dettagli quanto fosse inutile e fonte di instabilità strategica il mantenere sul territorio italiano le armi nucleari tattiche.

Il memorandum di Budapest

Nel suo documento, l’USPID ricorda che nel Memorandum di Budapest firmato nel 1994 da Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna, l’Ucraina ha rinunciato al possesso delle armi nucleari ex-sovietiche e ha firmato il Trattato di Non Proliferazione, in cambio di garanzie sulla propria indipendenza e integrità territoriale e ribadisce la necessità, resa ancora più evidente dalla guerra in Ucraina, di un processo negoziale che, prendendo le mosse dal Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW del 2021) e dal Trattato di Non Proliferazione, porti ad un mondo libero dalle armi nucleari.

Nel documento viene anche accennato al problema delle centrali nucleari attive in zona di guerra e motiva la necessità, per la sicurezza delle centrali, della presenza di personale competente con turnazioni accettabili….. per evitare il rischio di contaminazioni radioattive.

Per quanto riguarda gli scambi culturali, l’USPID considera la collaborazione scientifica e culturale tra i popoli come un potente mezzo di pace e in particolare considera il mantenimento dei contatti e delle collaborazioni scientifiche e culturali con gli intellettuali russi come un elemento cruciale per il ritorno alla pace.

Il documento si conclude ribadendo la necessità di un immediato cessate il fuoco e invita l’Unione Europea e l’Organizzazione delle Nazioni Unite ad assumere un ruolo centrale e unitario per la mediazione tra le parti e la risoluzione del conflitto.

Credo sia giusto e doveroso anche domandarsi se questo sfacelo non era evitabile. E pensando alla prevenzione di situazioni critiche, mi vengono alla mente le parole di Joseph Rotblat, Premio Nobel per la Pace nel 1995, l’unico scienziato che abbandonò il Progetto Manhattan quando fu chiaro che la Germania nazista non avrebbe mai costruito armi nucleari: Dopo quaranta anni una domanda continua a tormentarmi: abbiamo imparato abbastanza per non ripetere gli errori che commettemmo allora? Io non sono sicuro nemmeno di me stesso. Non essendo un pacifista perfetto, io non posso garantire che in una situazione analoga non mi comporterei nello stesso modo. I nostri concetti di moralità sembra vengano abbandonati una volta che una iniziativa militare è stata avviata. E’, quindi, della massima importanza non permettere che si creino tali situazioni. Il nostro sforzo principale deve essere concentrato sulla prevenzione della guerra nucleare, poiché in una tale guerra non soltanto la moralità, ma l’intera struttura della civiltà scomparirebbe (Bulletin Atomic Scientists, Agosto 1985)

Oggi la conclusione è disperante: ai teatri di guerra e stragi di civili inermi nel mondo (vedi, per esempio, Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen) si aggiunge anche l’Ucraina. Tutto questo sotto la tempesta della pandemia.