Metalmeccanici: è ora di muoverci. Manifestazione nazionale per il lavoro
I metalmeccanici non vengono meno alla loro tradizione combattiva, non scalfita dalle difficoltà di un sistema produttivo che frammenta all’infinito la forza lavoro. Così il Congresso nazionale della Fiom inizia, a Riccione, lanciando, alla fine della relazione di Francesca Re David, la proposta di una manifestazione nazionale. Un modo per rompere gli indugi, dando una risposta anche ai tanti che lamentano un’assenza del sindacato dal quadro politico-sociale.
Un modo per dare un sostegno concreto alla piattaforma – una specie di contromanovra – discussa negli organismi di base e redatta da Cgil, Cisl e Uil. Un modo per risuscitare fiducia e speranza ai tanti lavoratori e ai tanti che il lavoro lo hanno perso o ai giovani che non lo trovano. Dice la Re David: “All’impoverimento e alla solitudine si reagisce dando una prospettiva comune, perciò vi propongo, mobilitiamoci. Costruiamo una grande manifestazione nazionale per dare valore e riconoscere centralità al lavoro industriale nel necessario e urgente cambiamento sociale e del lavoro”.
È anche un seguito all’analisi percorsa nella relazione e che è imperniata sullo slogan che da il titolo al congresso “Per l’uguaglianza”. Mai come oggi, osserva Re David, “questa parola ha un senso moderno, costruttrice del futuro. Non solo perché le disuguaglianze esplodono e nella storia repubblicana del nostro Paese non ce ne sono state mai così tante. Ma anche perché il valore dell’uguaglianza è il solo che ci permette di affrontare l’offensiva contro i diritti e le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori.”
La relazione ha ripercorso ostacoli e problematiche degli ultimi anni, compresi quelli che hanno visto una contrapposizione “non irrilevante” tra Fiom e Cgil. “Sul ruolo dei contratti, su importanti vertenze, sulla relazione col mondo politico, sul rapporto democratico con i lavoratori”. Ora però si è conquistato un “Congresso unitario”. Questo non vuol dire, secondo Re David, essere unanimi. L’osservazione è rivolta “a qualche compagno di altre categorie in questo momento con la matita rossa sempre in mano verso la Fiom”. Una battuta che chiama in causa i congressi di chimici, di edili e dei pensionati. Per la Fiom l’unità raggiunta deve poter “valorizzare le differenze, i percorsi, le autonomie di categoria, allargando e non certo mettendo sotto tutela la capacità di iniziativa e partecipazione nella relazione vitale con i lavoratori e la società civile”.
L’obiettivo, comunque, qui come in altri congressi già svolti da strutture e categorie della Cgil è la ricomposizione del mondo del lavoro frammentato. Ovvero “ricostruire il ciclo produttivo prima di tutto nella comprensione delle lavoratrici e dei lavoratori, nei loro saperi, cosa sempre più importante e vera sfida del futuro per il sindacato che si vuole misurare con le innovazioni”. Proprio ricostruendo il processo produttivo, secondo la Fiom, si costruisce la “confederalità del futuro”. Però tale ricostruzione deve avvenire dal basso “a partire dai coordinamenti degli eletti di sito o di filiera, anche se questi appartengono a categorie diverse o se sono lavoratori somministrati”.
Non poteva mancare un passaggio sulla questione del futuro segretario generale. Maurizio Landini è stato fino a poco tempo fa segretario generale proprio dei metalmeccanici. E qui, in questo congresso, la sua candidatura a segretario generale della Cgil non può che trovare un consolidato consenso. A Susanna Camusso viene riconosciuta la capacità di avanzare una proposta “in grado di parlare fuori e dentro la Cgil, a chi rappresentiamo e a chi vogliamo rappresentare, in grado di cogliere nei contenuti e nei sentimenti il senso dei tempi spostando in avanti lo sguardo”.
Un modo di agire che secondo Francesca Re David, testimonia come “le donne sanno fare”, con “autorevolezza” e “coraggio”. Una scelta, ammette, “non scontata”. Con un piccolo accenno *polemico nei confronti di coloro che non avrebbero voluto che la Camusso facesse quel passo, lasciando la scelta solo al Congresso nazionale a Bari. Secondo la segretaria generale della Fiom così facendo si sarebbe operata una disconnessione “tra lavoratori-iscritti-delegati-gruppo dirigente largo dei territori e delle categorie con il Congresso nazionale della Cgil”. E ci sarebbe stata “una caduta nel politicismo che non meritiamo”. Un accenno, ci pare, a quanto avviene, proprio in queste settimane, nelle forze politiche di centro-sinistra.
Il dibattito congressuale, fino al 15 dicembre, registrerà anche un interessante tavola rotonda tra rappresentanti dei sindacati europei. Da segnalare poi il rilievo dato alla presenza femminile con un incontro sul tema: “Il lavoro ha: parlano le metalmeccaniche”. Con la partecipazione di Giordana Masotto (cofondatrice della Libreria delle donne di Milano), Luisa Pogliana (Donne senza guscio), Lola Santos Fernàndez (docente dipartimento di Scienze politiche, Università di Siena), Lella Palladino (presidentessa D.i.Re, rete dei centri antiviolenza), Antonella Veltri (vice presidentessa D.i.Re), un’attivista di «Non una di meno».
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