Ma davvero Salvini è “invictus” e non può essere sconfitto?
“Invictus”. Davvero Matteo Salvini non può essere sconfitto, come dicono tutte le elezioni dell’ultimo anno, i sondaggi e le chiacchiere che si sentono in spiaggia? Fino ad oggi è stato il dominatore della notte profonda che ci avvolge, ci ha immersi in un pozzo pieno di paura, e poi si è presentato come l’uomo forte, che ci protegge e ci rende padroni a casa nostra. Il “capitano” Salvini non indulge alla poesia (William Ernest Henley, 1888), ma si nutre con una marea di selfie, truci e sorridenti, minacciosi e rassicuranti, con bagni di folla, sulle spiagge e al Sud, che si consegna esultante a chi poco tempo fa lo insultava e disprezzava.
Come è diventato il “protettore delle paure”
E così, giorno dopo giorno, è diventato il capitano dell’anima di tanti italiani. In poco più di un anno ha rattrappito il suo alleato, il M5S, inutile vincitore delle elezioni del 4 marzo 2018, che ha perso voti e l’anima, un tempo confusamente libertaria ed ambientalista, con le stelle che significavano: acqua pubblica, ambiente, mobilità sostenibile, connettività, sviluppo. Di questa vaga utopia, nel governo gialloverde appena concluso, si è visto quasi niente. Il detentore della sicurezza è diventato, passo dopo passo, il “protettore” delle paure, vere o presunte, degli italiani, misurate e gonfiate in modo millimetrico dalla sua “bestia” comunicativa.
Fino ad oggi il capitano è stato invulnerabile ai 49 milioni di euro truffati dalla “vecchia” Lega, alle trattative con i russi, ai suoi collaboratori indagati per corruzione. Adesso, dopo alti e bassi, baruffe quotidiane e promesse di durare per tutta la legislatura, il capitano delle nostre anime ha deciso di essere promosso “generalissimo” e chiede “tutti i poteri”. Basta perdite di tempo, trattative confuse e faticose, basta i troppi “no” dell’ex alleato, che –solo adesso- gli dà del “pagliaccio”. Elezioni subito e che “deputati e senatori alzino il culo e vengano in Parlamento anche a Ferragosto”.
Il favore del “rosatellum”
Certo, incassare i voti promessi dai sondaggi, impone qualche rischio, ma il “generalissimo” sa che la velocità di movimento è essenziale per non far deperire il consenso. Gli italiani, a causa di questa crisi di ferragosto, perderanno un sacco di soldi, come è successo alla Borsa in questi giorni, come succederà con l’aumento dell’Iva, per coprire un buco di 23 miliardi di euro, e a mutui e prestiti con lo spread in salita. Ma il capitano ha mantenuto la promessa di tenere i porti chiusi ai migranti e alle ong, complici degli scafisti, anche se gli sbarchi “fantasma” si moltiplicano. Prima o poi avremo la flat tax e l’autonomia delle regioni più ricche e virtuose, mentre il Sud –almeno per un po’- continuerà ad applaudire festoso.
Invictus può decidere l’ampiezza della sua vittoria annunciata. Grazie al “rosatellum”, la legge elettorale ancora in vigore, potrebbe vincere anche da solo. Dopo aver prosciugato l’elettorato “ultras” della destra fascista, gli basterebbe raggranellare ancora un po’ di voti “moderati”, oppure dal M5S, ormai geneticamente modificato, per superare la soglia del 40% ed ottenere da solo un premio di maggioranza. Oppure potrebbe allearsi con l’ipersovranista Giorgia Meloni, per ottenere un risultato sicuro, oppure –per andare sul sicuro- può presentarsi con tutto il centro destra unito, con il quale governa in tante regioni e città italiane, e otterrebbe una maggioranza senza precedenti, che gli garantirebbe anche l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.
Ora basta con i pop corn
E gli altri? Se non prevarrà l’idea di un governo balneare o istituzionale, stile prima repubblica, M5S si metterà alla ricerca della sua antica purezza per (ri)contestare la TAV; il vecchio (ex) Cavaliere dovrà rassegnarsi a fare la ruota di scorta sul viale del tramonto, mentre il Pd –che insisteva per andare “subito al voto”- se non si darà una mossa, mangerà solo popcorn per una decina d’anni. Invictus? Forse.
Per quanto mi riguarda, invecchierò, ma –lo prometto- resterò “il capitano della mia anima”.
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