Lo spettacolo a ogni costo. Anche se là vicino ci sono vittime e rovine

The show must go on, lo spettacolo deve continuare, anche se a poche decine di chilometri è in pieno svolgimento un disastro epocale in tutta la Romagna e in buona parte della provincia di Bologna. Mentre in un territorio enorme, popolato da due milioni di persone, si svolge una lotta impari contro l’acqua e il fango, a Ferrara si fa festa e ci si emoziona con Bruce Springsteen.

Grande musica, certo, e viene il sospetto che The Boss sia stato tenuto in una bolla dentro la quale non gli arrivava nessuna notizia e gli impediva qualunque contatto con la realtà. Sapeva dove si trovava, in questa tappa del suo tour mondiale, perché ha detto dal palco “ciao Ferrara” prima di note così potenti che devono averle udite anche nei vicini territori dell’alluvione.

Bruce Springsteen e The E-Street band al concerto di Ferrara
Bruce Springsteen e the E-Street Band in concerto a Ferrara – Photo: Michele Nucci / LiveMedia /Agenzia Fotogramma)

Bruce Springsteen sul palco forse ignaro della tragedia

Ma è difficile immaginare che il dem sostenitore di Obama, l’artista che in ogni suo brano esplora le tematiche politiche e sociali, sapesse quel che stava avvenendo intorno a lui. O che sapesse dei morti (14, per ora), dell’acqua che si insinua nelle case e sale fino al primo piano e in qualche caso scavalca i tetti, delle oltre 300 frane che in montagna e collina nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna hanno cancellato tutta la viabilità e travolto ogni cosa. O che qualcuno gli abbia elencato i paesi e le città andate letteralmente sott’acqua: Lugo e tutta la vicinissima Bassa Romagna, Ravenna, Forlì, Faenza, Cervia, Cesena… O che abbia mai sospettato dell’esistenza di fiumi e torrenti dai nomi strani: il Savio, il Lamone, il Senio, il Montone, il Bidente, il Sillaro, la Rigossa, perfino il Pisciatello che formano la complicata e delicata rete idrografica minore della Romagna.

Altrimenti, vien da immaginare, Springsteen avrebbe quanto meno espresso parole di vicinanza alle famiglie delle vittime, ai diecimila sfollati, alle decine di migliaia di famiglie e imprese che hanno perso tutto. Magari, The Boss avrebbe anche lasciato agli alluvionati un obolo, un pezzetto del suo cachet (a proposito, il conto aperto della regione per la raccolta fondi ha questo: IBAN IT69G0200802435000104428964 con causale “alluvione Emilia-Romagna”).

Il concerto, dicono, è stato bello, emozionante, travolgente. Aggettivi mai così fuori posto che imprimono a Ferrara, la capitale del Rinascimento, un marchio di insensibilità.

Non è la città ad essere sotto accusa, lo sono invece il suo sindaco leghista Alan Fabbri e la giunta di destra. Lo sono quelle autorità che, con un riflesso burocratico, hanno messo tutti i timbri e le firme nel posto giusto e al momento giusto e poi diretto un duro lavoro meccanico e manuale necessario per rendere agibile l’area del concerto. Ci sono volute decine di camionate di ghiaia per coprire il fango e chiudere le buche nel pratone dell’evento e contenere in sicurezza le cinquantamila persone attese perché anche Ferrara aveva comunque avuto una abbondante razione di pioggia.

Un anziano soccorso a Faenza, dove ha esondato il fiume Lamone
Un anziano soccorso da poliziotti e vigili del fuoco a Faenza, dove ha esondato il fiume Lamone (foto Michele Lapini / Agenzia Fotogramma)

Diciamola tutta: le autorità, nessuna esclusa da quelle locali a quelle di governo, hanno alzato il vessillo dell’autonomia con una sfida politica palese. Sapevano che il presidente della Regione Stefano Bonaccini avrebbe preferito annullare il concerto (rinviarlo sarebbe stato impossibile) e hanno tirato dritto.

Metà degli spettatori per arrivare sul posto ha attraversato le zone alluvionate mescolandosi con le macchine nelle colonne di soccorso. E i molti che hanno lavorato sodo per preparare il concerto probabilmente potevano essere meglio impiegate in altri luoghi, visto il contesto. Braccia rubate alla solidarietà.

Annullato il GP di Formula Uno a Imola

Diversa soluzione era stata trovata per l’altro grande evento romagnolo del fine settimana, il Gran Premio di Formula Uno a Imola che, con tutto il rispetto per The Boss, aveva per l’Emilia-Romagna una portata e un impatto economico ben superiore di quello di Ferrara. Il circus della Formula Uno ha deciso di fermarsi e di annullare il Gran Premio. “La decisione è stata presa perché non è possibile tenere l’evento in sicurezza per i nostri tifosi, le squadre e il nostro personale ed è la cosa giusta e responsabile da fare vista la situazione in cui versano i paesi e le città della regione. Non sarebbe giusto esercitare ulteriori pressioni sulle autorità locali e sui servizi di emergenza in questo momento difficile”, hanno scritto gli organizzatori. Se ne riparlerà nel 2024.