Lo scandalo dell’alleanza con la destra
terremota la Cdu

Contemporaneamente alla per niente metaforica tempesta Ciara, una bufera politica sta squassando la Germania. La prima ha abbattuto alberi, allagato strade e fatto chiudere aeroporti, la seconda da ieri soffia altrettanto violenta sui palazzi del potere e ha provocato una vittima, per fortuna soltanto politica: Annegret Krampen-Karrenbauer, AKK per gli amanti degli acronimi. La mite cristiano-democratica della Saar che Angela Merkel aveva voluto alla guida del partito e, in prospettiva, della cancelleria federale ha mollato tutto in diretta televisiva: lascio la presidenza della CDU – ha detto davanti a una selva di giornalisti – e non mi candiderò alla guida del governo.

Lo scandalone politico della Turingia

MerkelNon ha avuto neppure bisogno di spiegare perché: lo scandalone politico della Turingia, dove il liberale Thomas Kemmerich era stato eletto alla guida di un governo regionale di destra cristianodemocratico-liberale con i voti degli estremisti di Alternative für Deutschland che la CDU aveva graziosamente accettato (e sottobanco sollecitato), l’aveva talmente indebolita da non lasciarle, in pratica, scelta. La sua madrina politica, la cancelliera, aveva provato in un primo momento a salvarle la testa, ma anche Frau Angela ormai, e da un bel po’ di tempo, non è più la dama di ferro che fu. Di fronte al rischio che la rivolta nel partito, che dilaga da settimane e mesi, travolgesse gli argini ha mollato anche lei e ha consegnato al suo destino la delfina chiaramente incapace di rimettere in riga un partito che si sta dilaniando sulla delicatissima questione dei rapporti con gli estremisti di destra.

“Cercare un rapporto” con la destra

Il casus belli, abbiamo detto, è stata l’elezione, seguita da non abbastanza repentine dimissioni, dell’esponente della FDP Thomas Kemmerich alla presidenza del Land della Turingia con i voti qualificanti di AfD. Angela Merkel aveva subito condannato l’improvvida pastetta, rimosso il responsabile del partito per le regioni orientali Christian Hirte, che si era felicitato con Kemmerich per aver “strappato alla sinistra” il Land, e ammonito la CDU locale a prendere subito le distanze dall’operazione. AKK avrebbe dovuto commissariare i dirigenti cristiano-democratici locali, a cominciare dal capo Mike Mohring, che non solo aveva negoziato quasi apertamente l’appoggio di AfD, ma che sono mesi che va predicando la necessità di “cercare un rapporto” con l’estrema destra in tutti i Länder dell’Est, dove gli estremisti, ormai, raccolgono consensi tra un quarto e un terzo degli elettori complessivi.

Incertezze e debolezze

Annegret Krampen-Karrenbauer non solo non è riuscita a giubilare Mohring, ma ha visto aumentare i ribelli alla sua guida anche a livello federale. Non solo quelli che, come l’esponente della destra del partito Friedrich Merz, all’ultimo congresso, in novembre a Lipsia, sfidarono apertamente AKK e, per interposta persona, Angela Merkel, ma anche quanti, a sinistra, si sentono poco tutelati dalle sue incertezze e dalla sua debolezza di carattere. Le dichiarazioni più forti contro l’operazione Kemmerich sono venute da quest’area e pare che la parola decisiva per convincere la cancelliera a chiedere a AKK il passo indietro sia stata pronunciata da Peter Altmaier, ex capo di gabinetto della cancelleria ed ex ministro agli Affari Speciali, considerato il più stretto, fedele e capace collaboratore di Frau Merkel.

I democratici verso i Verdi

La CDU, insomma, sull’atteggiamento da tenere verso l’estrema destra si sta spaccando politicamente. E l’evenienza è ancor più delicata considerando che l’alleata bavarese, la CSU, sta subendo ambasce altrettanto gravi. Nel tentativo di inseguire i toni estremistici di AfD soprattutto in materia di emigrazione, i cristiano-sociali nella campagna per le elezioni bavaresi dell’autunno scorso hanno compiuto una netta sterzata a destra, che non ha portato loro alcun vantaggio, facendo spostare una quantità di voti dell’elettori più democratici verso i Verdi e un partito di ispirazione civica. A dimostrazione del fatto che inseguire gli estremisti sul loro terreno non porta necessariamente vantaggi elettorali ai partiti moderati ed ha spesso l’unico effetto di sdoganare politicamente le posizioni più estreme.

Finora in Germania il non possumus dei partiti democratici nei confronti di AfD ha funzionato e in fondo pure le dimissioni di Kemmerich lo hanno confermato. Ma quanto sta avvenendo dentro i due partiti democristiani non appare certamente confortante. Qualcuno ha rievocato in questi giorni il travaglio che nelle ultime fasi della Repubblica di Weimar indebolì i partiti borghesi di centro favorendo l’avventura dei nazisti. Non è esattamente un bel ricordo.