Libresche meraviglie
in arrivo dalla Cina
Bologna, con la sua Fiera internazionale del Libro per ragazzi, l’appuntamento mondiale più importante per l’editoria bambina, si prepara ad aprire i battenti il 26 marzo. E come ogni anno, tra le centinaia di espositori, vi sarà un paese ospite, quello che brillerà di una luce particolare. In questa 55esima edizione (ne ho già parlato in un blog precedente http://www.strisciarossa.it/libri-e-fiere-alla-conquista-della-cina/) il super-ospite sarà la Cina con il suo immenso bagaglio di libri disseminati in 600 metri quadrati di un padiglione che esporrà centinaia di titoli, farà conoscere autori ed illustratori, alcuni giunti in Italia per l’occasione.
Alla Cina, ai suoi libri, al suo debutto bolognese, il supplemento ragazzi della rivista L’Indice di marzo – curato da Grazia Gotti, storica libraia bolognese, scrittrice e animatrice dell’Accademia Drosselmeier, e dalla Associazione Alir (la rete delle librerie indipendenti per ragazzi) – dedica ampio spazio suggerendo buone letture che ci avvicinano al colosso asiatico e alla sua storia: dal mitico Marco Polo con i suoi viaggi di esplorazione (Marco Polo il viaggio delle meraviglie. Edizioni Arka) alla vita della scienziata, Premio Nobel per la medicina, Tu You You che, grazie alle sue conoscenze delle erbe e della medicina tradizionale cinese, trovò la formula per combattere la malaria (L’erba magica di Tu You You). La stessa casa editrice, Editoriale Scienza, ha raccontato, in un libro su 15 scienziate, (Ragazze con i numeri) la vita avventurosa di questa appartata scienziata da Nobel.
Alla Cina, alle sue “meraviglie libresche” e a quel legame speciale, nato proprio dalla carta importata nell’antica Venezia, dedica uno speciale, curato da Franca De Sio, anche la rivista Il Pepe, diretta da Emanno Detti. Tra le molte informazioni e analisi vi sono quelle che riguardano ciò che i cinesi amano della nostra letteratura. E non da oggi. Il primo ad essere stato tradotto è il libro Cuore nel 1923. L’opera di Edmondo De Amicis, su cui intere generazioni nostrane, non più young, hanno versato fiumi di lacrime, piace perché rappresenta valori condivisi nel paese asiatico come l’amore per la famiglia e per la patria. Né potevano mancare gli ideogrammi per raccontare Le avventure di Pinocchio, il libro italiano più conosciuto al mondo, la cui pubblicazione in cinese avviene nel 1927. E, tuttavia, sono opere che nella traduzione subiscono un doppio passaggio: dall’italiano in francese, tedesco o inglese e da queste lingue “foreste” in cinese. Dobbiamo ringraziare i tempi di Gianni Rodari e la bravura di traduttori come Wang Ganqing se ormai anche l’italiano ha l’onore di una traduzione diretta.
Oggi il mercato cinese non è più “terra straniera” per gli scrittori italiani contemporanei né per le serie di successo. Ne sa qualcosa il personaggio topesco Geronimo Stilton, nato dalla penna di Elisabetta Dami, che non invecchia mai e che in Cina va come un treno, fenomeno studiato e da studiare, che affascina per la semplicità e i buoni sentimenti. Ma ci sono molti altri autori meno mass market sbarcati in Cina: Roberto Piumini, Silvana Gandolfi, Bianca Pitzorno, Ferdinando Albertazzi, Beatrice Masini, Licia Troisi, solo per citare qualche nome. A cui vanno aggiunti quelli di Pierdomenico Baccalario con la serie Ulysses More e di Altan con la super-premiata Pimpa. Si tratta di eroi di carta che popolano le fantasie di bambini dei molti continenti a testimonianza di un mondo globale e connesso con rischi di omologazione ma anche di grande circolazione. Successi planetari questa volta non da ascrivere al genio esplorativo degli antichi veneziani, tipi solitari come Marco Polo, ma alla oliata macchina di penetrazione e di vendita di diritti d’autore dell’agenzia italiana Atlantyca Entertainment.
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