L’Europa salvi le donne afghane
e i valori dell’Occidente
“Il tramonto dell’Occidente”. Siamo stati avvisati, cento anni fa, dal filosofo tedesco Oswald Spengler, che annunciava – dopo la Grande Guerra – la decadenza della nostra “civiltà”, al pari di tutte le altre. Adesso, dopo la catastrofe afghana, sembra proprio che siano entrati in un cono d’ombra, quando ciò che rimane di un grande impero, gli Stati Uniti d’America, ricco, potente e inevitabilmente arrogante, ha deciso di ritirarsi in fretta e furia, dopo aver “speso” in 20 anni una marea di soldi, quasi esclusivamente per armamenti, e perso troppi uomini sul terreno.
Il risultato, in questo momento, sembra che un Medioevo feroce ed integralista, con mitragliatori e cellulari sempre in mano, abbia preso il sopravvento sulle forze dell’Occidente, impegnate in una frettolosa ritirata. L’Afghanistan, allora, al di là della tragedia che sta vivendo, può aiutarci a capire chi siamo e dove stiamo andando, ma dovremmo soprattutto interrogarci su cosa intendiamo per Occidente.
Chi siamo
Come concetto e come “civiltà”, siamo un’emanazione dell’Oriente, quando i primi filosofi hanno ascoltato le lontane suggestioni sull’archè, il principio di tutte le cose. Siamo nati quando i Greci sconfissero l’impero Persiano (anche) in nome della “libertà”. E poi siamo la polis, la democrazia, il cristianesimo di “porgi l’altra guancia”, dell’Inquisizione e delle guerre di religione, che ci hanno dato la supremazia nelle armi da fuoco, con le quali abbiamo conquistato mezzo mondo. Tra una guerra e l’altra, abbiamo costruito le cattedrali gotiche, l’Umanesimo e il Rinascimento e soprattutto l’Illuminismo, che ha prodotto la nostra triade identitaria: Libertè, Fraternitè e addirittura Egalité. Peccato che a un certo punto sia stata diffusa, o difesa, dal sibilo incessante della ghigliottina.
Ma siamo anche il Parlamento, dei Lords e dei Comuni, prima solo per pochissimi e poi quasi per tutti. Abbiamo, addirittura, affermato il diritto alla “ricerca della felicità”. Siamo la Modernità, che con la Rivoluzione industriale e il dominio delle macchine, è stata capace di produrre un immane accumulo di merci, noi compresi. Questo, più o meno e dopo tante guerre, è il nostro Occidente. E adesso ci avviciniamo al tramonto?
La sfida per l’Europa
Ce l’hanno detto tante volte che iniziamo a dubitarne, anche se – forse – un po’ ce lo meriteremmo. Ma l’Occidente è anche – quasi da subito – pensiero critico, che pensa se stesso, che dubita ed inventa nuovi mondi. Non a caso l’Occidente ha “inventato” anche il diritti dell’uomo e del cittadino (1789) diventati “universali” nel 1948. Il rischio è di sentirsi al centro del mondo, anche se non siamo stati i primi e non saremo gli ultimi a pensarlo, come la Cina, che da millenni si considera la “terra di mezzo”, il centro del mondo. L’Occidente, dopo tanti arroganti primati, ha prodotto anche un’altra rivoluzione, unica nel suo genere. Faticosamente e troppo lentamente, ha conquistato – almeno sulla carta – l’eguaglianza e la pari dignità della donna, come abbiamo scritto nelle nostre Costituzioni.
Ecco, allora, che, riducendo al minimo le chiacchiere su questa catastrofe -programmata prima da un presidente USA un po’ folle e portata a termine da uno che sembrava un po’ più saggio – l’Afghanistan ci riporta alla nostra domanda primigenia. Dopo il calcolo miope e la stupidaggine di un ritiro senza “intelligence”, faremo tutto il possibile, ma davvero tutto, per salvare quelle donne, con i loro bambini, cancellate, vendute, offese da uomini prepotenti, che non rispettano la parola data, ma solo la forza delle armi, che abbiamo regalato in quantità spaventosa. Altrimenti, come diceva il vecchio conservatore Oswald Spengler , l’Occidente resterà solo «al servigio di quella cosa astratta che rappresenta la potenza della civilizzazione, il danaro ». E allora – forse – per rallentare il tramonto dell’Occidente, la “vecchia Europa” dovrebbe recuperare un po’ d’orgoglio, diventare e sentirsi un po’ più Donna, capace di ascoltare ed agire per il bene comune.
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