Lettere e messaggi
all’Anpi: anche al virus
sapremo resistere
“A una come me abituata ad uscire spesso anche per semplici passeggiate risulta difficile il ‘confino casalingo’. Ma poi penso ai partigiani come mio padre che in vari momenti della guerra partigiana dovevano stare chiusi, nascosti in posti decisamente meno confortevoli delle nostre case prima o dopo un’azione di guerriglia contro i nazifascisti”.
“Sono Sara Ferraglia, volontaria dell’Anpi di Parma. Invio il testo di una mia poesia. Resistiamo come fanno gli alberi”.
“Vi mando da Genova, medaglia d’Oro della Resistenza, città che non s’arrende mai, un video dedicato ai ragazzi del nostro centro storico, che rimanendo a casa non possono più svolgere attività scolastiche.”
“Salve a tutti tempi duri; in più siamo abituati a correre, ora invece stiamo respon-sabilmente a casa ed abbiamo tanto tempo. Io lo sto impiegando cucendo mascherine per i miei compaesani , gratis ovviamente. Mi sento così più vicina e la sensazione di far parte di una comunità è bellissima. Insieme ce la faremo”.
Cantare insieme alle finestre, esporre gli arcobaleni dei bambini, applaudire tutti insieme i medici e gli infermieri.
Tante sono state le forme di aggregazione che abbiamo visto in questi giorni, alle quali ora si aggiunge l’appello alla Resistenza civile dell’Anpi che, affidandosi ai social, chiama a raccolta le sue sezioni e i suoi iscritti via web.
“Tempi duri, care antifasciste e antifascisti – scrive l’Associazione dei partigiani sul proprio sito – Tempi di obblighi necessari, di modifiche radicali degli stili di vita e anche dei pensieri. Siamo chiamati ad una forte unità, ad una resistenza oltremodo impegnativa. E allora proviamo a chiamarci, insieme, per creativi nomi di battaglia. Vi proponiamo un modo per rompere la clausura, questo stato di inquietudine che siamo costretti a sopportare da soli o comunque in una compagnia non esattamente sciolta. Vi proponiamo lo sviluppo di una parola chiave: condivisione.
Inviateci le vostre letture, parti di esse, film, disegni, vostri, o dei vostri amici, figli, nipoti. Video. Inviateci anche semplicemente il racconto di una giornata che avete deciso viva, forte di una speranza.
Il senso è: raccontiamoci nella stessa barca. Raccontiamo questi giorni partigiani. Uniti nelle regole, ma anche nello scambio di belle possibilità di affrontare questo tempo virale”.
“Di fronte a questa emergenza si deve ritrovare e si sta ritrovando, lo vedo da più parti, la coesione nazionale e il senso forte di solidarietà tra le persone. Questo è un autentico lascito della Resistenza”, afferma postando la sua foto da casa su Facebook una modernissima Carla Nespolo, 77 anni, prima donna alla guida dell’Anpi, la prima a non avere combattuto nelle fila della Resistenza. “Io e il mio gatto Tom – è la didascalia dell’immagine – vi salutiamo con molto affetto!”.
Nella maratona social si condividono ricordi, aneddoti, libri, ricette, film, foto. C’è chi cucina, chi suona (anche canzoni inedite come ‘Gappisti’, del cantautore Rocco Rosignoli), chi crea, chi fa attività via Skype, chi – semplicemente – saluta.
Un modo originale ed al passo con i tempi per sentirsi meno soli, per avere – ancora una volta – la sensazione di essere parte di un tutto, con la consapevolezza aver servito una causa grande una causa giusta.
“Il mondo dell’associazionismo democratico, a cominciare dall’Anpi, può e deve fare la sua parte, operando perché alla paura si sostituisca la ragionevole consapevolezza del rischio. – scrive Patria Indipendente – Ancora una volta si può battere un nemico grande e pericoloso a partire dall’unità del popolo, dalla solidarietà fra generazioni, dal sostegno alle istituzioni democratiche. Ha ragione il presidente della Repubblica: Niente ansia. Uniti ce la faremo”.
Diceva qualche anno fa un altro presidente della Repubblica, probabilmente il partigiano più illustre – Sandro Pertini – nel suo messaggio di fine anno agli italiani del 31 dicembre 1979: “Talvolta noi ci disistimiamo. Io ho quindi ragione di credere nel popolo italiano, un popolo che ha saputo superare situazioni ben più difficili di questa. E saprà superare anche questa situazione. Ed allora è al popolo italiano che io mi rivolgo in questo momento. E mi rivolgo esprimendo la mia ammirazione, la mia riconoscenza e l’augurio più fervido. Vedrete che ce la faremo, amici miei, ad uscire da questa situazione. Ce la faremo, state certi”.
Ce la faremo, statene certi, se abbandoneremo comportamenti irresponsabili e pericolosi, se cominceremo a lottare insieme, rimanendo uniti.
“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”, diceva Enrico Berlinguer, magari, questa volta, riusciremo ad imparare questa unica, basilare lezione.
I nostri nonni hanno combattuto i nazisti e i fascisti durante la Resistenza, i nostri genitori hanno difeso la democrazia durante gli anni di piombo, a noi – giovani e non – si chiede molto meno.
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