L’estrema destra di Kast vince nelle elezioni del consiglio costituzionale in Cile
Il trionfo dell’estrema destra incarnata dal Partito Repubblicano nelle elezioni dei consiglieri costituzionali cambierà il panorama politico cileno non solo per quanto riguarda i contenuti del nuovo progetto di costituzione, ma anche in vista delle future elezioni presidenziali.
Il partito è guidato da José Antonio Kast, che ha perso contro il presidente Gabriel Boric nelle elezioni del 2021 ed è un convinto difensore del modello neoliberale stabilito in Cile dalla dittatura militare (1973-1990).
L’ultradestra ha conquistato 23 dei 50 seggi in lizza per il Consiglio costituzionale, al secondo posto si è piazzata la lista Unidad Para Chile (28,3%), composta dalla maggior parte dei partiti che compongono la coalizione di governo (il Frente Amplio di Boric, il Partito Comunista e il Partito Socialista), mentre il terzo posto è andato alla destra tradizionale, raggruppata in Chile Seguro (21,2%).
Kast, ammiratore di Pinochet
Il leader della destra si è sempre opposto alla modifica della Costituzione di Pinochet, di cui ha espresso pubblicamente la sua ammirazione, e che ha dichiarato di non poter nascondere la sua gioia per il ritorno alla ribalta del dibattito politico del Cile dopo un lungo periodo di basso profilo.
In uno stile molto simile alle campagne di Trump o Bolsonaro, la costruzione della narrazione del partito si è spostata da promesse e battute di dubbio gusto verso una visione più conservatrice puntando sulla famiglia, sulla lotta al crimine, sul controllo della migrazione e sul libero mercato. Kast ha anche annunciato che cercherà accordi con la sinistra per una magna carta, anche se allo stesso tempo ha contraddittoriamente dichiarato alla stampa che, per generare cambiamenti, il Cile non ha bisogno di una nuova costituzione. Un paradosso che probabilmente diventerà argomento di discussione nelle prossime settimane.
Boric invita a pensare al futuro
In uno scenario in cui la destra sarebbe in maggioranza, il partito al governo dovrà rimboccarsi le maniche davanti ad un voto che può certamente essere letto come una valutazione negativa della loro amministrazione.
“La democrazia si difende con la democrazia”, ha detto il Presidente Boric facendo autocritica sul precedente processo costituente, che è stato un “fallimento” perché “non abbiamo saputo ascoltare chi la pensava diversamente”, invitando il Partito Repubblicano a non commettere lo stesso errore. “Quando il pendolo della storia oscilla da una parte all’altra, sono sempre le persone più vulnerabili a subire gli effetti dello scontro tra élite. È in gioco la leadership per fermare questa oscillazione del pendolo, in un equilibrio verso un progresso condiviso da tutti. Questo è il mio compito come Presidente”.
Queste elezioni dei 50 consiglieri costituenti sono un ulteriore capitolo dell’accidentato cammino dei cileni verso una nuova Costituzione che li ha portati a votare dal 2020, prima per approvare il processo con uno schiacciante 78%, poi per eleggere la Convenzione costituente dominata dalla sinistra e dal progressismo (2021) e successivamente per il testo costituzionale (2022) che ha finito per essere respinto dal 61% della popolazione.
Sfinimento costituzionale
Quella costituzione progressista – che il governo distribuì gratuitamente e che le librerie trasformarono in un best seller – e che aveva come temi rilevanti la parità di genere, la plurinazionalità, l’ambiente e il riordino del modello economico, educativo e sanitario, fu il risultato di un processo politico iniziato con l’esplosione sociale dell’ottobre 2019, con proteste di massa, violenze di strada e botta e risposta che tennero sulle spine il governo dell’allora presidente Sebastián Piñera.
Un mese dopo, grazie agli sforzi dello stesso Gabriel Boric e del resto dei partiti politici, finì per accettare di avviare un processo costituente per modificare la Costituzione del 1980 promulgata da Augusto Pinochet e riformata – in parte – da Ricardo Lagos nel 2005.
Tutto ciò ha fatto sì che, dopo la bocciatura, la destra si sia scontrata con un governo che ha scelto di non riconoscere il risultato come una sconfitta, ma come una manifestazione del popolo cileno che, in ogni caso, voleva continuare a discutere di una nuova Costituzione.
Come cambiare la Costituzione di Pinochet?
Dopo diversi mesi di dibattito, i partiti politici hanno selezionato 24 esperti che stanno già lavorando a un progetto di Costituzione in cui il sistema politico (compreso il Senato), il pluralismo e il modello economico non saranno espressamente messi in discussione. I 50 consiglieri eletti lavoreranno sulla base di questo testo.
La questione complessa è che, entro dicembre, con un testo costituzionale già finalizzato, i cileni si troveranno per la quinta volta in meno di tre anni di fronte alla scelta sempre più difficile di mantenere la Costituzione del 1980 – lo stesso anno in cui si celebra il 50° anniversario del colpo di Stato – o di scegliere quella elaborata da una destra che, fin dall’inizio, si è opposta al processo costituente.
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