False partenze in attesa del disgelo
spargendo sale sui giorni immobili
È molto più onesto ora farsi da parte, dirsi fuori quota / per gare come questa. Ammettere che non è il terreno / adatto. Che è stata solo una falsa partenza. Dire / che la pazienza è andata. O anche scrivere / delle solite cose, ripetere i fondamentali / e risparmiare fiato per i giorni che verranno / per l’ennesimo novembre di silenzio e allenamenti mancati.
Fabrizio Lombardo è nato nel 1968 e negli anni ha legato la propria esperienza a una delle maggiori riviste militanti italiane, Versodove. Questo testo che apre il recente “Coordinate per la crudeltà” riassume forse meglio di mille commenti il rischio a cui stiamo assistendo. Se è sacrosanto che i ventenni e i trentenni entrino nello scenario nazionale, nelle arti, nella politica, nelle decisioni, se è doveroso che le ultime generazioni si dimostrino gramscianamente intellettuali, appare altresì chiara la presenza di una generazione precedente che in una continua attesa di qualcosa che non è avvenuto oggi si trova nelle maglie di una falsa partenza. Potremmo dirci di trovarci tra le mura della Fortezza Bastiani de Il deserto dei tartari ?
Che cosa sta aspettando dunque questa generazione di mezzo ? La pandemia con il crollo economico, l’incertezza della classe media non più sostegno del piccolo risparmio ma parte della emergenza collettiva, la difficoltà del mondo scolastico e universitario, la virtualità della conoscenza, l’appassimento della crescita culturale che non dipende solo dai luoghi (teatri, cinema ecc.) ma anche dalle mancate occasioni e dai mancati scambi, insomma questo anno e i tempi futuri rischiano veramente di farci perdere intere generazioni intermedie non più in grado di prendere la guida del paese ma spettatori sorpresi e inebetiti proprio come quei centometristi a cui nell’atletica leggera viene contestata una “falsa partenza”.
L’efficienza del paese si misura oggi / con questa segnalazione in autostrada: mezzi / spargisale in azione/ prestare attenzione. / L’attenzione l’abbiamo persa come si perde un treno. / Risucchiati da riunioni e bilanci, mentre risaliamo / il traffico. Provo a spargere sale sui giorni. / Aspetto il disgelo. Prendo nota della sconfitta / e metto sullo scaffale un’altra partenza falsa.
L’immagine del treno perso mentre si affrontano mille difficoltà circostanti fotografa bene l’attuale situazione. Ci sarà un altro treno da prendere ? E se sì tra quanto ? Il disgelo sembra non arrivare più, la sconfitta evidente. Dobbiamo affrontare la pandemia ma come affronteremo un giorno la normalità ? E col contributo di chi ?
Ecco questo dovremmo chiedere agli intellettuali che per una settimana sembrano essersi concentrati unicamente su Sanremo nella perfetta tradizione nazional-popolare. La kermesse intanto è finita e le problematiche sono rimaste, anzi se possibile si sono fatte più stringenti in una crudele contingenza da affrontare velocemente e senza dimenticare nessuno. Ma affrontare la tematica dei vestiti di Achille Lauro sembra ben più semplice che prendere in mano i destini del nostro Paese (e chi lo fa, o almeno ci prova, viene tacciato di scomoda predicazione, come un Savonarola qualsiasi, e possibilmente bruciato sul rogo dalla pubblica intellighenzia).
Ho dimenticato ancora una volta le coordinate per la crudeltà. / Riprovo con i vetri aguzzi, il ghiaccio tra i denti, / l’incertezza/ la resa. Abito vestiti soliti. / Con poche sfumature di grigio e di nero / per mimetizzarmi meglio con la ghiaia davanti a casa.
Non esporsi, mimetizzarsi, come forma di sopravvivenza è come ci ricorda Fabrizio Lombardo solo un modo per scomparire, in mezzo alla ghiaia, quel terreno sterile incapace di dare frutti. Questo dobbiamo considerare, finita la settimana del bel canto: c’è un intero paese di fronte alla tragedia, non solo pandemica. Farsi di lato oggi significa avvicinarsi al suicidio, un suicidio collettivo che va scongiurato facendosi finalmente coraggio e prendendosi a cuore almeno un pezzo del macigno che rischia di schiacciarci. Ma se molti lo faranno forse quel macigno non sarà insollevabile.
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