L’anarchismo
della Catalogna

“La Catalogna tiene oggi nelle mani i destini della Spagna intera. ‘Oggi un solo imperativo sovrasta, – mi diceva quattro giorni fa uno dei principali esponenti dell’anarchismo catalano – : vincere la guerra. Tutto deve subordinarsi alla guerra. Se occorre, anche lo sviluppo della rivoluzione’. L’anarchismo catalano è una delle grandi correnti del socialismo occidentale. Si riallaccia a Bakunin e a Proudhon, alla I Internazionale, e ha sempre proclamato la virtù dell’organizzazione operaia. E’ anzi proprio per questa sua fede prepotente nella organizzazione operaia e nell’azione diretta, che ha combattuto i partiti politici socialisti nei quali vedeva, come Sorel, un pericolo burocratico e riformistico”.
“Non accentramento e regola burocratica: ma libera associazione di uomini liberi, federalismo economico e politico, libertà attiva, positiva, in tutte le sfere dell’esistenza. Umanesimo libertario, ecco che cosa è l’anarchismo catalano. Nota è la sua passione di cultura. Il suo più grande martire è un educatore, Francisco Ferrer. La Catalogna pullula di riviste, di cenacoli. L’anarchismo catalano è una forza ingenua e fresca, certo per alcuni lati primitiva, ma appunto per questo, aperta sull’avvenire”.
(“Oggi in Spagna domani in Italia”, Carlo Rosselli, 1936)