La storia del Jazz: il libro giusto
per vecchi e nuovi ascoltatori

Si parla ormai da diversi anni di musica liquida, definizione usata da alcune riviste musicali già nel 2007. A sottolineare ed evidenziare l’uso sempre più frequente di supporti snelli, esili, quasi impalpabili per ascoltare la musica. Sembrava allora che CD e vinili dovessero sparire per sempre. Si sa oggi che poi, pur continuando con successo a diffondersi tali abitudini, gli antichi baluardi hanno resistito, soprattutto fra gli appassionati più incalliti e soprattutto fra i jazzofili, strana specie tutt’altro che in estinzione.

Ecco, è a questa tipologia di individuo, spesso abbastanza cresciuto (ma non necessariamente solo loro), che si rivolge l’appena uscito La storia del Jazz, edito da Hoepli. Volume corposo, ricchissimo, pesante di peso reale ma non certo di contenuti. Così come i vinili possono risultare complicati e delicati da usare o i CD ingombranti da continuate a tenere, oggi tenere tra le mani un libro, fra l’altro di quasi 600 pagine, è cosa impegnativa, proibitiva addirittura per chi è abituato a soddisfare qualunque esigenza digitando sullo smartphone. Questo volume, ve l’assicuro, merita ampiamente lo sforzo, e per vari motivi. È scritto da tre persone competenti ed appassionate: Luigi Onori, giornalista, autorevole critico jazz da anni ed autore di testi importanti sulla musica africana; Maurizio Franco, eminente musicologo e saggista, autore anche lui di opere sul jazz; Riccardo Brazzale, musicista, compositore e direttore della Lydian Sound Orchestra, fra le più importanti realtà orchestrali italiane da anni. I quali, unendo in perfetta armonia le loro competenze e la loro preziosa passione, pubblicano una originale storia del Jazz, utile al consumo sia per i colti che per i neofiti, adatta a soddisfare curiosità di approfondimento e desideri di un primo contatto con la ribollente materia.

Non sembrano avere l’obiettivo di sciorinare l’universo completo del Jazz (per quanto sarebbero in grado di farlo). Presentano piuttosto una serie di capitoli (sono undici) che raccontano altrettanti momenti topici della storia di questa magica musica. Ognuno ricco di inserti, aneddoti, schede, approfondimenti, note a margine, citazioni e testimonianze di protagonisti, discografia consigliata e calendario degli eventi più importanti dell’epoca per la storia dell’umanità. Undici preziosi scrigni testimoni di una fase importante della storia del jazz, da cui possiamo estrarre un brano e leggerlo, rimandando l’altro ad altri momenti e senza necessità assoluta di continuità. Magari ascoltando, durante la lettura, uno dei dischi consigliati (da Spotify come da un 78 giri, questo dipende da gusti e mezzi disponibili). Si viaggia dalla Canal Street di New Orleans ad inizio ‘900 del primo capitolo alla Brooklyn Babylon del 2011 e del ruolo attuale del Jazz nella cultura musicale moderna, nell’undicesimo capitolo. Segnando, ovviamente, un itinerario preferenziale negli States, patria del jazz come del blues, ma attraversando nelle altre numerosissime pagine i territori d’Europa (e d’Italia, in particolare), a ricordare come anche da queste parti ci sia una sezione importante di questa storia, peraltro ancora attualissima.

Naturalmente sono presenti tutti i grandi nomi del jazz, se vogliamo leggere di Miles Davis, Duke Ellington, Louis Armstrong o Wynton Marsalis li troviamo facilmente, e spesso con note originali e curiose. Questa storia del jazz è assolutamente moderna in tal senso: poggia su un solido supporto cartaceo (elegante, curato, colorato) ma permette di interagire con le sue parti saltando da una all’altra delle sue 594 pagine senza paura di perdere un filo che, come nella sua bella copertina, è una spirale che tiene tutto compatto e vive di vasi comunicanti sonori.

Immergersi in questa lettura, accompagnandosi con ascolti sapientemente consigliati, fa bene allo spirito di chi ama il jazz e di chi se ne vuole innamorare.