La sinistra e la “lezione”
di quei venditori tv
di auto usate

Per mesi e mesi ho guardato con interesse, quasi con stupore, uno spot trasmesso con insistenza su diverse reti, quello di noicompriamoauto.it. Lo avete in mente? Mi colpiva, mi colpisce, per l’aspetto delle persone che vi compaiono: uomini e donne che si rallegrano per quanto velocemente siano riusciti a vendere la loro auto, e giovanotti che ripetono insistentemente il nome del sito. Non sembrano attori. Se lo fossero sarebbero eccezionali, e lo sarebbero tutti quelli coinvolti nella produzione (copywriters, addetti al casting, truccatori e costumisti, datori di luci, fonici, fotografi, registi), perché quei personaggi parlano con qualche lieve accento regionale, non sono certo ben vestiti né truccati, addirittura sembra che non abbiano ben capito quello che devono dire, con che ritmo, con che espressione.

Un altro linguaggio

Cinema-verità? Comunque sia, il risultato è ben diverso dalle scene leccate di famigliole che si rubano allegramente le merendine durante la prima colazione, o di giovani rampanti che guidano un suv nella tundra o in una periferia notturna.

Appunto, in mezzo a quelle scene – che costituiscono la grande maggioranza dell’immagine pubblicitaria italiana – quelli di noicompriamoauto.it “bucano” lo schermo perché sembrano veri: sono credibili (socialmente, culturalmente, fisiognomicamente) come persone che avevano bisogno di vendere un’auto e hanno trovato una soluzione. Non sono tra quelli che hanno un’auto aziendale, o in leasing, o che possono “dar dentro” la loro macchina full-optional di pochi anni prima per comprarsi l’ultimo modello, magari elettrico, magari ibrido. No, sono persone che hanno provato ad andare da un concessionario con la loro macchina, magari a suo tempo già comprata usata, molto probabilmente diesel, e si sono sentiti fare un’offerta ridicola. O persone che per qualunque ragione hanno bisogno di vendere quella macchina presto (per pagare le tasse, per riparare la casa, per curare un malato). Insomma, sono gli italiani della crisi, non le famigliole voraci di merendine.

Bravi quei pubblicitari

Naturalmente, quei venditori di auto usate sono un’invenzione dei pubblicitari, così come i maritini che rubano il Buondì al figlio scappando con la cartella verso l’ufficio, ma questo rende i pubblicitari di noicompriamoauto.it ancora più bravi, complimenti!

Ma la cosa non si ferma qui. La grande efficacia di quello spot non sta solo nel suo realismo sociale, ma anche nella capacità di far risultare ciò che pubblicizza un servizio, apparentemente a costo zero. Tutti gli altri ti vogliono vendere qualcosa, qui invece sei tu che vendi: “loro” comprano (lo dice il nome stesso dell’azienda). Bisogna pensarci un po’ su, e magari fare qualche piccola ricerca, per capire il meccanismo: l’azienda valuta l’auto, e se tu accetti la valutazione te la comprano molto velocemente. E qui sta l’inghippo: quella velocità ha un prezzo, e la valutazione in genere è inferiore a quelle del mercato; l’azienda, altrettanto velocemente, grazie alla sua rete capillare, rivende l’auto a un prezzo più alto e ci guadagna.

I politici sanno parlare a quei venditori di auto?

Se visitate qualcuno dei siti web nei quali si parla di questo servizio, troverete clienti soddisfatti e altri meno; alcuni dicono che la prima valutazione, quella fatta usando una app sul telefonino, è spesso molto più generosa di quella finale, fatta da un funzionario dell’azienda dopo aver effettivamente visto l’auto: ma a quel punto il venditore non se la sente di annullare tutto.

Qui non voglio esprimere giudizi su un’azienda (che al di là dell’apparenza casereccia ha dimensioni internazionali): chiunque può farsi un’idea consultando quei siti web. Devo dire, invece, che ogni volta che vedo quello spot finisco per pensare alla politica, e mi si insinua il sospetto che molti politici italiani – soprattutto, ahimé, della parte che più mi sta a cuore – parlino alle famigliole assatanate di merendine o ai bambinoni che guidano l’ultimo suv, e non a quei venditori (per necessità) di auto usate. Sembrano ipnotizzati dal marketing, da un’Italia che esiste solo nei televisori o negli smartphone.

E se un politico di sinistra…

Certo, si sa che il confine fra realtà e finzione è più labile di quanto si credeva tanto tempo fa, sappiamo che l’Italia è piena di famigliole che vogliono essere voraci di merendine, di bambinoni che vogliono guidare un suv nella tundra (e quando poi lo comprano il massimo che fanno è parcheggiarlo sull’aiuola di fronte alla scuola dei figli). Però, insomma, qualche pensiero bisognerebbe farlo. Chissà cosa succederebbe se ci fosse un politico di sinistra che sa parlare a quelli che devono vendere presto un’auto usata?