La scuola rifondata dal teatro

Può il teatro suggerire un nuovo modo di intendere la scuola? Ci scommette il laboratorio teatrale integrato Pietro Gabrielli che dal 1995 lavora sul tema dell’inclusione, pioniere del teatro sociale e del lavoro comune tra piccoli interpreti normodotati e con disabilità.


Quest’anno filo conduttore del lavoro di ricerca è stata la scuola, quell’istituzione di cui tutti sono scontenti – dai genitori, agli insegnanti, agli studenti – ma che è difficile immaginare in modo diverso. Lo racconto Roberto Gandini, anima e regista di questa solida esperienza teatrale. “A fine 2017, a conclusione di una tournée negli istituti romani, abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci la scuola dei loro sogni ma ci siamo resi conto che era difficilissimo ricevere delle rispose. Anche se i ragazzi erano scontenti di quello che avevano, anche se li abbiamo spinti ad essere idealisti, utopici, a usare la fantasia, non riuscivano a immaginare nulla di davvero diverso”.

Nasce da questa constatazione il tema “Ri_Creazione, riflessioni fantastiche sulla scuola” che si è dato il Pietro Gabrielli come pista di lavoro per il 2018, e che gioca su un doppio significato: la ricreazione come intervallo rigenerativo, come sospensione scolastica tra una lezione e l’altra, e la creazione vale dire l’immaginazione come cardine di una diversa idea di scuola. SI tratta di un percorso fantastico, talvolta paradossale, alla “Saramago”, dicono gli ideatori. Di qui la messa in cantiere di una serie di iniziative che usano il corpo, l’espressività, ma anche la riflessione e il dibattito per contribuire a un’opera di rifondazione dei luoghi dell’apprendimento.

Ci sono stati i laboratori decentrati realizzati con le scuole, al Teatro Torlonia a Roma, ci sarà la prima assoluta dello spettacolo teatrale “La classe agitata” (21-25 novembre, teatro India), e poi corsi di teatro, di scenografia, una tavola rotonda con insegnanti, esperti e artisti sul fare teatro nella scuola (domenica 18 novembre, ore 9,30) e uno spettacolo natalizio incentrato sull’insuperabile Gianni Rodari.
“Siamo all’inizio di un’avventura da cui potremmo imparare, attraverso la creatività, che il teatro suggerisce, un modo nuovo di immaginarci all’interno della scuola, un modo che ci permetta di rigenerare parole come: maestro, allievo, sapere, comprensione, condivisione. E le parole, lo sappiamo, veicolano pensieri e azioni”, scrivono i promotori di queste iniziative. In tempi in cui le parole sono usate soprattutto per veicolare messaggi d’odio sociale e di rancore, tornare a parlare di scuola, sapere, comprensione e condivisione è già un antidoto ai mali della nostra epoca.