La Rai censura la fiction
di Fiorello sul sindaco
che integra i migranti

Il timore di contribuire alla diffusione di un esempio importante di integrazione, la paura di dar fastidio al manovratore principale di un governo che sul terrore collegato all’immigrazione ha costruito le sue basi, un maldestro tentativo di compiacimento nell’avvicinarsi delle nomine a viale Mazzini, che prima o poi dovranno esserci, e da cui nessuno vuol rischiare di essere escluso.
Uno di questi, o tutti, o altri peggiori possono essere il motivo per cui la Rai ha deciso di censurare la fiction diretta da Giulio Manfredonia su Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, che ha trasformato il suo paese nel simbolo di un’accoglienza possibile e proficua. E’ il protagonista, Beppe Fiorello, a sollevare il caso dopo che del lavoro suo e dei suoi compagni si è persa la traccia negli archivi della Rai. A febbraio la prevista messa in onda di “Tutto il mondo è paese” è saltata. E ora, figurarsi con i tempi che corrono, non se ne parla più.
La sua indignazione Fiorello l’ha affidata a twitter. “Non è la prima volta che una mia fiction viene bloccata. Anni fa le foibe, il governo di allora non gradì. Poi la storia di Graziella Campagna, l’allora ministro della giustizia si indignò. Ora Riace bloccata perché narra una realtà. E nessuno dei miei colleghi si fa sentire” ha scritto ricordando con amarezza che, al contrario, “molti si sono indignati per l’esclusione di una giurata da un talent show”. Le vicende di Asia Argento hanno suscitato quel dibattito che sembra proprio non debba esserci su questioni come l’immigrazione e l’integrazione che, invece, dovrebbero riguardare ognuno di noi. E invece sono proprio decisioni come queste che fanno largo a pericolose forme di censura. Bloccare una fiction “colpevole” di far conoscere ad un pubblico più ampio la storia di una integrazione possibile e certamente capace di mettere freno al rifiuto e alle paura irrazionali è sembrata ai vertici Rai in scadenza la migliore delle soluzioni possibili. Certamente la spia di una codardia dall’amaro sapore reazionario. Ma è il segnale anche della solitudine cui sembra dover essere condannato in questi tempi bui chi crede ancora alla necessità di dover combattere contro le ingiustizie. Anche con una fiction.
I due episodi precedenti citati da Fiorello riguardano il ministro Gasparri, che ne fece più una questione di partito, ma non bloccò la messa in onda de “Il cuore nel pozzo” e il ministro Clemente Mastella che intervenne, in attesa di una sentenza definitiva, sulla programmazione di “La vita rubata” su un omicidio di mafia. Ci vollero più di due anni perché uscisse dall’archivio. Questa volta ci ha pensato direttamente la Rai a censurare un proprio prodotto evidentemente scomodo per il governo a trazione Salvini. L’azienda ha provveduto a far sapere che “non esiste alcun blocco della messa in onda. La fiction è stata sospesa dal palinsesto in quanto, come da tempo è noto, al sindaco Lucano è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della procura di Locri per alcuni presunti reati legati alla gestione del sistema di accoglienza”. E cioè, abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. “ Non appena la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine, il servizio pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti”. Un avviso di garanzia, dunque, è servito ai dirigenti di viale Mazzini per emettere quella che nei fatti è una condanna.
L’uomo che per la rivista Fortune è tra le personalità più influenti del mondo, il titolare di “un messaggio di umanità che va preso come esempio”, il sindaco di Riace si dice “assolutamente rispettoso delle decisioni che saranno prese dalla magistratura. Così come rispetto le decisioni della rai un merito alla fiction anche se non riesco a capire quale sia il collegamento tra il programma e l’esito dell’inchiesta”. Comunque “quello che viene da Riace, un paese povero e abbandonato, è senza alcun dubbio un messaggio di umanità che può essere riprodotto ovunque non prevalga l’egoismo sulla solidarietà”. Intanto i fondi per l’accoglienza sono stati bloccati dal ministero dell’Interno e ci sono voci discordanti su quando saranno sbloccati. Ma la solidarietà a Riace, pur tra maggiori difficoltà, non è stata messa in archivio.